Arriva anche il domicilio digitale

Di Gianluca Perrotti
posta certificata, domicilio digitale

Da sempre attenta alla digitalizzazione delle comunicazioni tra cittadini, aziende e amministrazioni, nonché alla semplificazione dei loro rapporti, emerge il domicilio digitale.

Già obbligatoria per i titolari di partita IVA, il domicilio digitale è stato estesao anche alle persone fisiche con l’articolo 3-bis del Codice dell’amministrazione digitale (CAD) pubblicato in Gazzetta Ufficiale a gennaio 2018.
Per facilitare la comunicazione tra pubblica amministrazione e cittadini, ogni cittadino può fornire alla pubblica amministrazione un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), che rappresenterà un domicilio digitale.
Il domicilio digitale  è costituito da una vera e propria casa virtuale, rappresentata da un indirizzo PEC iscritto all’Anagrafe Nazionale Residenti Permanenti (ANPR), accessibile a tutte le pubbliche amministrazioni e dirigenti di servizio pubblico che desiderano dialogare con un cittadino.
Per le aziende e i liberi professionisti iscritti agli albi professionali (ragionieri, avvocati, medici, architetti, notai, ecc.), è obbligatorio fornire il proprio indirizzo digitale e quindi la propria posta elettronica certificata per poter inviare e ricevere messaggi.
L’obiettivo è coinvolgere in questa rivoluzione digitale anche i privati, che continuano a ricevere messaggi legali dall’AP solo attraverso la classica lettera cartacea certificata al proprio indirizzo di casa.

Registrare la propria “casa digitale” è facile. Per tutti i professionisti iscritti agli albi professionali, una casa digitale non è altro che un indirizzo di posta elettronica certificata inserito nell’elenco INI-PEC.
Anche per i cittadini il primo passo per ottenere un luogo di residenza sarà quello di avere una propria casella di posta PEC, se non ne avete già una.
Il secondo passo è segnalare il tuo indirizzo PEC al comune in cui vivi presentando apposita richiesta. Pertanto, il comune inserirà il nuovo indirizzo digitale nel Registro nazionale della popolazione permanente. Questa comunicazione è totalmente gratuita. Dopo aver attivato la casa digitale, il cittadino riceverà qualsiasi messaggio dal governo in formato digitale: nella sua casella PEC andranno gli atti della PA, le bollette e le notifiche di transazione.

Il domicilio digitale apre un canale preferenziale con qualsiasi ufficio della pubblica amministrazione, garantendo una comunicazione quasi immediata ed eliminando le lunghe attese e la perdita di messaggi. Con la casa digitale e la PEC possiamo eliminare efficacemente la documentazione cartacea e tutti i ritardi e le inefficienze che ne derivano.

Pertanto, un risparmio di tempo oltre che economico, sia per il cittadino che per la pubblica amministrazione. Da parte del privato, i costi di notifica di una raccomandata tradizionale, da sempre pagata dal destinatario, con indirizzo digitale, vengono azzerati. Grazie alla PEC sarà possibile inviare e ricevere un numero illimitato di messaggi attivando un abbonamento annuale a pochi euro presso l’autorità abilitata al rilascio della PEC.
Da parte della pubblica amministrazione, il risparmio ammonterà a milioni di euro spesi fino ad oggi per la produzione, conservazione e trasmissione di documenti cartacei, in costi diretti (quali carta, toner, buste e servizi di stampa) e indiretti (mano costo del lavoro, tempo di lavoro manuale, manutenzione delle pratiche cartacee, tempo trascorso dal destinatario nella mancata ricezione di una raccomandata).
Due veri esempi di miglioramenti raggiunti con la digitalizzazione dei processi sono quelli offerti da ARPAT e dal Consiglio Nazionale degli Architetti.

Il domicilio digitale è quindi più di un degno sostituto della vecchia casella di posta: è uno strumento in grado di semplificare la comunicazione tra pubblica amministrazione e cittadino, rendendola non solo più economica, ma anche più accessibile.

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