Arriva Omicron: la variante sudafricana

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

Seguendo l’alfabeto greco, ora tocca a Omicron: una variante del covid-19 che crea preoccupazione 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha designato la nuova variante di Sars-CoV-2 rilevata in alcuni paesi del Sudafrica: B.1.1.529 desta preoccupazioni e si indaga il potere di trasmissibilità per ma nei-battezzata Omicron.

È stato il gruppo tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’evoluzione del virus, Tag-Ve, sulla base delle prove presentate indicative di un cambiamento negativo nell’epidemiologia di Covid-19, ha “consigliato all’Oms che questa variante dovrebbe essere designata come Voc” e l’Oms ha seguito l’indicazione, scegliendo la lettera dell’alfabeto greco che la identificherà da ora in poi.

Dal panel degli esperti della OMS Si rende noto che la ‘variante di preoccupazione’: “Ha un ampio numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti. Gli elementi preliminari suggeriscono un aumentato rischio di reinfezione con questa variante in confronto ad altre varianti di preccupazione”.

La variante B.1.1.529 è stata segnalata per la prima volta all’Oms dal Sudafrica il 24 novembre scorso. La situazione epidemiologica nel Paese è stata caratterizzata da tre picchi distinti nei casi segnalati, l’ultimo dei quali è stato prevalentemente da variante Delta. Nelle ultime settimane, da una nota dell’OMS si legge  che “le infezioni  sono aumentate vertiginosamente – in coincidenza con il rilevamento della variante B.1.1.529. La prima infezione confermata nota da B.1.1.529 proveniva da un campione raccolto il 9 novembre 2021”.

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss),afferma: “ Ad oggi le sequenze relative della nuova variante sudafricana non sono state riportate nel database nazionale. In Europa è stato individuato il primo caso in Belgio: la paziente positiva è una donna non vaccinata proveniente dall’Egitto e non dal Sud del continente”. 

Le fasce di età più colpite dove l’aumento di casi è più significativo sono quelle sotto i 19 anni. Nei casi pediatrici vediamo che la fascia di età sopra i 12 anni è caratterizzata da una crescita più significativa dei contagi da Covid-19 in questa fase, ma quando andiamo a scorporare l’incidenza in queste fasce di età vediamo che  quella dove l’incidenza sia a 7 che a 14 gironi è più elevata, è quella tra i 6 e gli 11 anni”.

 

 

 

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