(BorsaeFinanza.it)
Le azioni USA hanno chiuso la seduta di ieri su nuovi massimi dell’anno. L’indice S&P 500 ha terminato le contrattazioni con un guadagno dello 0,46% a 4.643,70 punti. Gli investitori non si sono preoccupati per i dati sull’inflazione di novembre che hanno riportato un tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo (IPC) del 3,1% su base annua, perfettamente in linea con le stime degli analisti. L’IPC core si è attestato al 4%, impattando anche in questo caso con le aspettative.
Probabilmente questi risultati non smuovono il quadro generale, che vede ancora il carovita distante dagli obiettivi di lungo periodo del 2% della Federal Reserve. La Banca centrale americana oggi concluderà la sua riunione di politica monetaria annunciando la decisione sui tassi d’interesse, che dovrebbero rimanere fermi nella forchetta 5,25%-5,5%. Gli investitori si concentreranno sulle parole del governatore Jerome Powell nella conferenza stampa al termine del meeting, per captare segnali sulle tempistiche con le quali la Fed invertirà la marcia della politica monetaria tagliando il costo del denaro.
Azioni USA: attenzione alla scadenza delle opzioni
L’indice S&P 500 nel 2023 ha realizzato una performance del 20,95%, con un rally di quasi il 13% dai minimi di ottobre. Recentemente, però, le azioni USA hanno conosciuto un andamento lento. Lo dimostra il fatto che variazioni superiori all1 giornaliero non si vede da 19 sessioni consecutive, la striscia più lunga da inizio agosto. Nel contempo, l’indice di volatilità VIX CBOE o, come viene definito, l’indice della paura, si trova a poco oltre 12, ossia al minimo di quasi 4 anni.
Questi numeri potrebbero nascondere una minaccia per la Borsa americana. Questa settimana, infatti, scadono circa 5.000 miliardi di dollari di opzioni. Secondo i dati forniti da Asym500 MRA Institutional, l’80% di questi contratti è legato all’S&P 500 e rappresenta la più grande scadenza di questo tipo negli ultimi 20 anni. In sostanza è prevista un’impennata di volatilità nel fine settimana borsistico. Tuttavia, secondo gli operatori di mercato, l’impatto potrebbe essere contenuto proprio perché, in vista dell’imminente scadenza, le rotazioni azionarie sono state confinate in un intervallo di negoziazione ristretto.
Una situazione simile è stata vissuta un paio di anni fa, quando una carrellata di opzioni giunse a scadenza nel mese di dicembre per importi consistenti frenando la volatilità per buona parte del quarto trimestre prima di dar vita a un recupero del 3% nelle ultime due sett
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