(BorsaeFinanza.it) Il salvataggio di Credit Suisse, orchestrato dalle autorità di regolamentazione svizzera e portato a termine con la fusione con UBS, sarà destinato a lasciare un segno profondo nel sistema delle banche europee. Fino a poco tempo fa, l’istituto svizzero era tra le prime 25 aziende di credito in Europa, ma poi scandali finanziari e mala gestione hanno sgretolato rapidamente il castello di denaro che era stato costruito dentro e intorno alla banca.
La situazione è precipitata quando il principale azionista, la Banca Nazionale Saudita, ha detto che non avrebbe più investito nelle azioni di Credit Suisse. Questo ha generato una corsa al prelievo da parte dei depositanti, in un contesto in cui, negli Stati Uniti, fallivano SVB e Signature Bank.
La combinazione con UBS, necessaria secondo il governo e la Swiss National Bank per evitare il peggio, è parsa alla fine una soluzione di comodo ma la più fattibile, dal momento che le alternative avrebbero richiesto l’ennesima ricapitalizzazione, l’acquisizione da parte di un partner straniero o addirittura la messa in liquidazione del Credit Suisse.
Il sodalizio tra le due maggiori banche svizzere ha ricevuto il plauso da
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