Buste paga, nessuno avrà 100 euro in più: di quanto aumenta davvero lo stipendio tra giugno e luglio

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) La trattazione sul taglio del cuneo fiscale sta generando confusione tra i lavoratori: a tal proposito, è bene fare chiarezza su come davvero cambieranno gli stipendi rispetto a quelli attualmente percepiti. Si parla con insistenza di “aumenti fino a 100 euro”, il che non si tratta di un errore: tuttavia, bisogna specificare che si tratta di un incremento complessivo, in quanto a tale risultato ci si arriva sommando gli aumenti già riconosciuti a gennaio scorso.

Se si tiene conto di cosa cambierà tra giugno e luglio, quando decorrerà il nuovo sgravio, le cifre sono invece più basse: di fatto, considerando anche la maggiore Irpef dovuta, al netto il taglio del cuneo finanziato dal Decreto lavoro garantirà un incremento di massimo 65 euro netti. Nessuno, quindi, tra giugno e luglio vedrà la busta paga aumentare di 100 euro.

È importante – specialmente in questo periodo di difficoltà economica dove anche poche decine di euro in più sono rilevanti – non deludere le aspettative dei lavoratori e spiegare le ragioni per cui gli aumenti saranno più bassi rispetto alle cifre circolare in questi giorni.

Vediamo quindi quali saranno gli effetti, tangibili per gli stipendi dei lavoratori italiani che guadagnano meno di 35 mila euro al mese facendo chiarezza su cosa cambia tra lo sgravio attuale, del 2% o 3% a seconda dell’importo della busta paga, e quello che scatterà da luglio 2023 che arriverà al 6% e 7%.

Taglio del cuneo fiscale, attenzione a non cadere in inganno

Nelle ultime ore diversi lettori ci hanno scritto chiedendo un chiarimento sull’annunciato aumento di 100 euro che scatterà da luglio. D’altronde diverse testate titolano mettendo in risalto le cifre del nuovo sgravio fiscale che garantirà aumenti in busta paga – scrive ad esempio Il Sole 24 ore – “tra gli 80 e i 100 euro al mese”, richiamando così una sorta di bonus Renzi che a oggi continua a essere riconosciuto solamente per coloro che guadagnano meno di 15.000 euro l’anno.

Ebbene, basterebbe non soffermarsi sul titolo per capire che di fatto tra giugno e luglio la differenza sarà meno rilevante di quanto si sper


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