Come affermato nel Goal 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, le città del futuro si sforzano di diventare sempre più inclusive, sicure e sostenibili. Purtroppo l’Italia è ancora lontana da questo traguardo: le città italiane, infatti, sono tutt’altro che inclusive sotto vari aspetti.
Barriere architettoniche che rendono difficile la circolazione delle persone con disabilità, stereotipi di genere nell’organizzazione di spazi e aree comuni non verdi sono solo alcune delle criticità che si possono affrontare quotidianamente nelle città italiane.
Per questo il nostro Paese è ancora lontano dal raggiungimento dell’obiettivo 11 dell’agenda Onu, che prevede di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili.
Inclusione significa anche accessibilità.
Un esempio, prima di tutto, per capirlo, sono le scuole non adeguatamente accessibili: si tratta spesso di edifici obsoleti che necessitano di importanti riparazioni e aggiornamenti.
Secondo una ricerca ISTAT nel 2022, solo una scuola su tre è disponibile per studenti con disturbi motori.
Nel Nord Italia la percentuale è superiore alla media nazionale, e in questo senso è in testa la Lombardia, dove il 42,5% delle scuole è accessibile, con ascensori, servizi igienici adeguati e rampe.
I dati sull’accessibilità per gli studenti con disabilità sensoriali non mostrano differenze significative tra Nord e Sud: solo il 16% delle scuole dispone di segnali visivi per gli studenti non udenti o ipoudenti, mentre le mappe in rilievo e i segnali tattili richiesti per gli studenti non vedenti o ipovedenti sono solo regalo. nell’1% delle strutture.
La tecnologia anticipa l’amministrazione, come dimostra una recente innovazione introdotta da Google Maps: la funzione Luoghi Accessibili, che permette di verificare l’accessibilità in sedia a rotelle.
Grazie al contributo di centoventi milioni di esperti locali, imprenditori e utenti tutti, il servizio è in continuo aggiornamento e renderà gradualmente più semplice organizzare feste e cene.
UNA CAMPAGNA CONTRO GLI STEREOTIPI
L’obiettivo di creare città più inclusive si può raggiungere anche combattendo gli stereotipi di genere, a cominciare da quelli che si possono trovare ogni giorno, anche in luoghi come i bagni pubblici.
Molte sono anche le criticità su questo fronte che emergono nel contesto italiano. Pensa solo a un oggetto come una vanità: quando c’è, non è così scontato trovarlo, è solo nel bagno delle donne.