Cos’è la pensione integrativa e come funziona? Conviene?

Di Redazione FinanzaNews24 7 minuti di lettura
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(Money.it) La pensione integrativa rappresenta una forma di risparmio che agisce in parallelo alla pensione ordinaria erogata dall’INPS. Conviene a livello fiscale ed esistono diverse tipologie di pensioni integrative oggi.

Pensata per consentire ai risparmiatori – o futuri pensionati – di accumulare risparmi aggiuntivi per integrare la loro pensione pubblica, la previdenza complementare ha lo scopo di garantire risorse sufficienti per mantenere uno standard di vita adeguato durante la pensione. Inoltre, può aiutare ad affrontare eventuali emergenze durante il periodo di contribuzione, consentendo anticipazioni e riscatti parziali o totali.

I contribuenti interessanti alla pensione integrativa, quindi ad accumulare delle risorse aggiuntive per la propria pensione, tendenzialmente possono scegliere tra un fondo pensione o un Piano Individuale Pensionistico (PIP) per far crescere i propri risparmi. Tuttavia, è importante valutare attentamente se la pensione integrativa conviene o meno poiché, dando in gestione i propri soldi a fondi o PIP che a loro volta li investo sui mercati finanziari, esiste sempre un certo grado di rischio che potrebbe portare alla perdita dei risparmi accumulati ai fini della pensione integrativa.

Quando si tratta di fondi, investimenti, assicurazioni e banche e c’è di mezzo anche il tema spinoso delle pensioni, la maggior parte degli italiani si sente confuso, poco informato. Per questo motivo ad oggi sono in molti a chiedersi come funziona la pensione integrativa, se sia convenienti o no rivolgersi ai fondi pensione per poter ricevere in futuro una pensione più alta, quali sono i rischi e i vantaggi di investire nella pensione integrativa, tra cui la possibilità di dedurre nella propria dichiarazione dei redditi gli importi versati per la pensione integrativa fino ad un massimo di 5.264 euro.

Di seguito sono disponibili tutte le informazioni necessarie: cos’è e come funziona la pensione integrativa, perché e se conviene investire nei fondi pensione, quali sono i pericoli a cui eventualmente si va incontro.

Cos’è la pensione integrativa

Come anticipato, la pensione integrativa è una forma di risparmio con l’obiettivo di accumulare un capitale, che auspicatamente aumenta negli anni con gli interessi, di cui godere una volta andati in pensione, ingrando la pensione INPS.

Sempre più italiani valutano l’opzione della pensione integrativa date le misere prospettive legate alla pensione emessa tradizionalmente dall’INPS o dal proprio ente pensionistico. Può essere una soluzione, dunque, provvedere durante l’età lavorativa affidandosi a un fondo pensione o ad un Piano Individuale Pensionistico (PIP) per mettere da parte e far fruttare i propri risparmi che poi saranno restituiti con gli interessi una volta maturati i requisiti pensionistici.

Come funziona la pensione integrativa

Con le riforme sul sistema pensionistico che si rincorrono e che non fanno altro che peggiorare le aspettative dei contribuenti italiani, soprattutto dei giovani, in molti preferiscono giocare d’anticipo e informarsi cercando di comprendere se conviene la pensione integrativa ed avere un assegno pensionistico più alto grazie al proprio investimento legato alla previdenza complementare.

L’obiettivo della pensione integrativa è molto semplice: consentire al risparmiatore di avere una rendita mensile più alta per quando avrà smesso di lavorare.

Per comprendere se conviene optare per una pensione integrativa, i passaggi da effettuare sono i seguenti:

  • verificare l’importo della contribuzione sul quale si fa affidamento e, quindi, indicativamente, la pensione di cui si potrà disporre in futuro attraverso il calcolo di quanto prenderai di pensione secondo i requisiti attualmente previsti dalla legge;
  • calcolato il proprio gap previdenziale, ovvero la differenza tra lo stipendio e la mensilità pensionistica prevista, è necessario adattare il proprio obiettivo di rendita insieme al fondo pensione così da compensarlo;
  • individuare l’importo dello stipendio da destinare mensilmente al fondo o il TFR;
  • scegliere la linea di investimento in base alla propria propensione al rischio e valutare le variabili di lungo termine;
  • tenere conto della forma di liquidazione, ovvero del tipo di rendita prescelto.
  • Una volta scelto di investire i propri risparmi nella pensione integrativa, si succederanno tre fasi:

  • Adesione: il lavoratore decide di attivare una forma di pensione integrativa per beneficiare delle agevolazioni fiscali e integrare la pensione di base. L’adesione è aperta a lavoratori dipendenti, autonomi, liberi professionisti e soggetti senza reddito fiscalmente a carico.
  • Contribuzione: il lavoratore e, eventualmente, il datore di lavoro (come vedremo di seguito) versano i contributi al fondo pensione scelto. È possibile scegliere tra versamenti individuali o contributi trattenuti direttamente in busta paga. La scelta dipende dalle preferenze e dalle possibilità del lavoratore.
  • Rendita: alla conclusione della carriera lavorativa, il lavoratore può beneficiare dei risparmi accumulati nel fondo pensione sotto forma di rendita. La rendita dipenderà dai soldi versati, dai tassi di rendimento del fondo pensione e dagli anni di investimento.
  • La rendita della pensione integrativa

    La pensione ingrativa prevede quindi il ricevimento di una rendita, una domma mensile con cui integrare la pensione. Al momento della sottoscrizione è possibile scegliere tra diverse tipologie di rendita, tra cui le principali sono:

    • rendita vitalizia immediata: il contribuente riceve una rendita ogni mese fino alla morte;
    • rendita vitalizia differita: il contribuente riceve una rendita vitalizia con decorrenza un periodo precedentemente fissato, fino alla morte;
    • rendita certa e poi vitalizia: il contribuente in pensione riceve una rendita per un numero di anni precedentemente stabilito (in caso di morte la rendita va ai beneficiari indicati). Al termine di tale periodo, la rendita diventa vitalizia se l’aderente è ancora di vita, e in caso di decesso viene interrotta.

    In fase di sottoscrizione della prevvidenza integrativa, è possibile prevedere la reversibilità, così da rendere possibile far godere della rendita il coniuge dell’aderente o altro beneficiario precedenemente indicato, come anche un’assicurazione che preveda che i beneficiari continui


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