Criptovalute: quando vanno dichiarate (e quando no)

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Quando vanno dichiarate le criptovalute?
Le criptovalute hanno guadagnato una crescente popolarità negli ultimi anni, sollevando domande sul momento e l’obbligo di dichiararle. Mentre molti sono attratti dalle criptovalute per la loro natura decentralizzata e la promessa di privacy, è fondamentale considerare anche l’aspetto fiscale delle transazioni di criptovalute.

La questione centrale relativa alla dichiarazione delle criptovalute è se e quando queste devono essere incluse nella dichiarazione dei redditi. La loro natura decentralizzata complica il monitoraggio da parte delle autorità fiscali e la tassazione, ma sempre più Paesi stanno adottando misure per disciplinare le criptovalute, come recentemente in Italia con l’ultima legge di Bilancio che regolamenta la dichiarazione delle transazioni di criptovalute come parte della dichiarazione dei redditi.

Il momento in cui è necessario dichiarare le criptovalute dipende da vari fattori, come il Paese di residenza, il tipo di transazione (acquisto, vendita o mining di criptovalute) e il periodo di possesso dell’asset digitale. Molti Paesi hanno regole specifiche che richiedono la dichiarazione di tutte le transazioni di criptovalute, mentre in altri casi può essere richiesta solo in determinate circostanze. In Italia, è la legge di Bilancio a definire nel dettaglio quando le criptovalute vanno dichiarate.

Criptovalute e obblighi fiscali in Italia

Le tasse sulle criptovalute in Italia sono state oggetto di modifiche significative con l’entrata in vigore della legge 197/2022, la legge di Bilancio 2023.

Secondo le nuove disposizioni, le plusvalenze derivanti dalle operazioni con cripto attività sono considerate redditi diversi di natura finanziaria e devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi presentata annualmente.

La principale novità introdotta riguarda l’inquadramento fiscale delle criptovalute, non più assimilabili a valute estere, ma bene autonomo soggetto a uno specifico regime fiscale. Nello specifico, le transazioni come rimborso, cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto attività rientrano nei «redditi diversi».

Tuttavia, non tutte le operazioni con le cripto attività sono soggette a tassazione separata: la legge di Bilancio permette infatti di distinguere tra operazioni rilevanti e operazioni non rilevanti da un punto di vista fiscale.

Solo i guadagni derivanti dalle criptovalute superiori a 2.000 euro e rilevanti dal punto di vista fiscale sono infatti soggetti all’imposta sostitutiva del 26%.

I criteri da seguire per il calcolo delle imposte sono definiti dall’art.68, comma 1 del Tuir. Questo articolo specifica che le plusvalenze sono determinate dalla differenza tra il corrispettivo percepito o il valore normale de


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