(Money.it) La vigilanza è massima con la crisi delle banche che resta sullo sfondo dei mercati.
Secondo alcuni analisti, ci sono all’orizzonte almeno 2 rischi di turbolenze per la finanza e l’economia globali che potrebbero concretizzarsi da un momento all’altro.
Il capo del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva ha dichiarato domenica che le minacce per la stabilità finanziaria sono aumentate e ha chiesto un monitoraggio continuo, sebbene le azioni delle economie avanzate abbiano calmato lo stress della scorsa settimana.
Il FMI, comunque, ha insistito che il 2023 sarà un altro anno difficile, con una crescita globale che rallenterà al di sotto del 3% a causa degli strascichi della pandemia, della guerra in Ucraina e della stretta monetaria.
Anche con una prospettiva migliore per il 2024, il Pil del mondo rimarrà ben al di sotto della sua media storica del 3,8% e le prospettive generali rimangono deboli.
In questo quadro di avvertimenti, 2 fattori potrebbero essere sottovalutati in un contesto di crisi e fragilità bancaria. Quali sono e perché temerli.
1. Utili aziendali e azioni: il tracollo sta per arrivare?
Michael Wilson di Morgan Stanley – tra le voci ribassiste più rilevanti sulle azioni statunitensi – afferma che le turbolenze nel settore bancario hanno lasciato l’orientamento degli utili troppo alto, facendo cadere i mercati azionari in una trappola dell’ottimismo. Forti ribassi degli asset rischiosi, infatti, potrebbero travolgere gli indici.
Il punto analizzato è il seguente: mentre la volatilità delle obbligazioni è aumentata quando gli investitori hanno scontato
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