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Lifestyle

Diete e danni ambientali: alcune pesano di più sul nostro pianeta

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Il fai da te nella dieta non è consigliato. Spesso, chi decide di seguire una dieta lo fa per perdere peso e sentirsi meglio, ma non si preoccupa di verificare se la dieta è equilibrata o se potrebbe nuocere alla salute.

Ma quanti si chiedono se la dieta che seguono sia sostenibile? Probabilmente nessuno o, al massimo, pochissimi.

La Tulane University di New Orleans, negli Stati Uniti, ha condotto uno studio sulle diete più popolari dal punto di vista nutrizionale e dell’impatto ambientale. Dai risultati è emerso che la dieta chetogenica e la paleodieta hanno un punteggio bassissimo sia dal punto di vista nutrizionale che ambientale: infatti, sono quelle che generano le maggiori emissioni di carbonio.

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La dieta chetogenica si basa sulla riduzione drastica dei carboidrati e, secondo gli studi, ogni 1.000 calorie consumate genera 3 chili di CO2. La paleodieta, invece, si ispira all’alimentazione degli uomini vissuti circa 10.000 anni fa, prima dell’agricoltura, ed è basata su proteine e grassi, evitando i cereali a favore di carne, frutta a guscio e verdure. Non è considerata equilibrata dai nutrizionisti (in alcuni casi è addirittura sconsigliata e ha ricevuto il punteggio di qualità più basso) e ogni 1.000 calorie consumate genera 2,6 chili di anidride carbonica.

Lo studio, pubblicato in “The American Journal of Clinical Nutrition”, ha analizzato i punteggi di qualità di oltre 16.000 diete per adulti raccolte dal National Health and Nutrition Examination Survey, il primo studio che ha misurato le impronte di carbonio di ogni dieta seguita dagli adulti statunitensi e le ha confrontate con altre diete.

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Le diete con meno impatto sull’ambiente

Le diete vegana, vegetariana e pescatariana si collocano all’estremo opposto, con la dieta vegana che ha l’impatto climatico più basso (0,7 chili di CO2 ogni 1.000 calorie) e la dieta pescatariana che ha la migliore qualità nutrizionale.

La dieta onnivora, la più comune seguita dall’86% degli intervistati, si colloca nel mezzo per qualità e sostenibilità. Secondo i ricercatori, se un terzo degli onnivori iniziasse a seguire una dieta vegetariana per un giorno, si potrebbero risparmiare 340 milioni di miglia per veicoli passeggeri.

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