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Fermo amministrativo, ecco chi rischia nel 2023

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(Money.it) Il fermo amministrativo altro non è che un atto che dispone il blocco di un bene mobile, ad esempio un’auto, quando non si onora qualche pagamento o qualche sanzione prevista dal Codice della Strada.

Generalmente è emesso da un ente, l’Agenzia delle Entrate riscossione, ed espone ad una serie di rischi chi lo riceve. In linea di massima, scatta nel momento in cui dagli accertamenti fatti emerge la presenza di cartelle esattoriali non pagate.

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Se trascorsi 60 giorni dalla cartella il pagamento non è stato effettuato, rateizzato o nessun provvedimento ha sospeso o cancellato il debito, l’Agenzia delle Entrate Riscossione in osservanza a quanto previsto dalla normativa italiana può intervenire al fine di recuperare le somme dovute ai creditori.

Volendo fornire una spiegazione più chiara, il fermo amministrativo sull’auto opera insomma come una sorta di garanzia sulle somme non pagate.

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Ma come funziona nello specifico, chi rischia nel 2023 e come si può agire per ottenerne la sospensione o la cancellazione definitiva? Vediamo subito di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti.

Fermo amministrativo, in cosa consiste e quando avviene

Proviamo a semplificare ancora di più il concetto. Il fermo amministrativo dell’auto scatta nel momento in cui il proprietario del veicolo “bloccato” non ha provveduto a pagare un debito. In questo caso l’ente incaricato alla riscossione del credito invia una cartella esattorialeal debitore e quest’ultimo ha 60 giorni di tempo, a partire dalla data di arrivo della notifica, per procedere al pagamento delle somme dovute.

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Per mettere il soggetto inadempiente nelle condizioni di pagare il debito è data facoltà allo stesso di richiedere la rateizzazione di quanto dovuto. Se il debito non viene pagato, o la rateizzazione non viene onorata, al debitore arriva la notifica di un preavviso di fermo, vale a dire una comunicazione che riporta:

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