Fidelity International: come è andato il primo fondo obbligazionario cinese

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it)

La raccolta del primo fondo comune di investimento obbligazionario in Cina di Fidelity International è stata soddisfacente. Il gestore scorporato da Fidelity Investment ha ottenuto 5 miliardi di yuan, pari a 700 milioni di dollari. Il denaro è arrivato soprattutto da investitori istituzionali che hanno sottoscritto il capitale in un periodo di tre settimane.

“La dimensione della raccolta fondi è piuttosto incoraggiante, con la forte concorrenza nel mercato locale e il limitato track record di Fidelity in Cina”, ha riferito Helen Huang, amministratore delegato di Fidelity International per la Cina. Facendo un confronto, nel mese di marzo il rivale Neuberger Berman ha raccolto 4 miliardi di yuan con il suo primo prodotto obbligazionario in Cina.

Il fondo Fidelity investe soprattutto in titoli di Stato ma, come riferisce Alvin Cheng, gestore di portafoglio dell’unità cinese FIL Fund Management Co Ltd, l’obiettivo è di allargare l’offerta attraverso obbligazioni societarie, green bond e titoli a reddito fisso convertibili.

Fidelity alla conquista della Cina, ma deve affrontare la regolamentazione

Il nuovo fondo obbligazionario è il secondo prodotto di fondi comuni di investimento di Fidelity International in territorio cinese. Il gestore da 700 miliardi di dollari intende espandere la sua attività, creando le condizioni perché i cinesi possano investire fuori dal proprio territorio e puntando a una quota di mercato anche nel sistema pensionistico della Repubblica Popolare. Pechino ormai è diventata meta di molti gestori, con oltre 150 player oggi presenti tra cui BlackRock, Schroders e JPMorgan Asset Management. Solo nel 2023 sono stati lanciati oltre 200 fondi obbligazionari, per flussi che si aggirano in media a 2,28 miliardi di yuan. Il mercato dei fondi comuni in Cina ha raggiunto una quota complessiva di 3.800 miliardi di dollari.

Il problema per gestori come Fidelity però riguarda le rigorose regole cinesi sulla sicurezza dei dati che non consentono di condividere la ricerca a livello transfrontaliero. In sostanza, i dati di ricerca e i report generati da Fidelity in Cina non possono essere trasmessi offshore, in quanto il governo cinese li considera informazioni sensibili. Huang sta cercando di fare pressioni sulle autorità di Pechino perché ammorbidiscano la loro linea su questo argomento. “Speriamo che le autorità di regolamentazione ci permettano di condividere il frutto della nostra ricerca all’interno del gruppo”, ha detto Huang. “Le autorit


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