Finlandia, Nato e il caso delle Isole Salomone: la Russia non può fare quello che gli Usa fanno

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) La Russia da oltre un anno è nel torto più assoluto e Vladimir Putin – da ben prima che la Cpi emettesse un mandato d’arresto nei suoi confronti – può essere ritenuto in qualche modo responsabile di svariati crimini di guerra.

Detto questo si può provare a leggere la notizia del giorno, ovvero l’ufficialità dell’ingresso della Finlandia nella Nato, da una prospettiva diversa andando a ripescare quella che è stata un anno fa la reazione degli Stati Uniti nei confronti delle Isole Salomone, piccolo Stato formato da un centinaio di isole situate nel cuore del vasto Oceano Pacifico.

Dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, Svezia e Finlandia preoccupate di poter fare la stessa fine di Kiev hanno deciso di fare richiesta di ingresso nella Nato; grazie a un iter accelerato, Helsinki è riuscita già oggi a fare il suo approdo nell’Alleanza atlantica.

“L’ingresso della Finlandia nella Nato rappresenta una nuova escalation, ponendo una minaccia alla sicurezza della Russia – ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov come riportato dall’agenzia Taas – Mosca seguirà con attenzione i movimenti di armi e infrastrutture militari sul territorio finlandese e annuncerà la sua risposta a tempo debito”.

Altra benzina sul fuoco della guerra in corso da oltre tredici mesi, con l’inizio della “operazione speciale” voluta da Putin che secondo molti esperti è dovuto proprio all’allargamento a Est della Nato in barba agli accordi stipulati ai tempi di Michail Gorbaciov.


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