Frida: una mostra potente che racconta la forza della vita

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

Prolungata la mostra a Napoli “Frida Kahlo – Il Caos dentro” a Palazzo Fondi a via Medina, abbiamo deciso di visitarla. Una mostra potente che fa battere il cuore perché racconta la forza di una donna che attraverso “le sue pennellate di dolore” vive la vita, vive l’amore e attraversa le tortuose strade di una rivoluzione politica e umana

Una mostra quella di via Medina che racconta davvero “il caos” e il “pathos” di  una straordinaria e poliedrica artista messicana, Frida Kahlo, donna simbolo dell’amore per la vita nonostante i suoi continui scontri con il dolore.

Il dolore di Frida ha un esordio rapido, inizia infatti  a sei anni con i suoi problemi ad una  gamba a causa della poliomelite. Secondo gravissimo appuntamento con la sofferenza a 18 anni dove é vittima di uno scontro tra un bus  e un tram: il corpo di Fridasarà trapassato da un grande ferro che la riduce prima in lotta tra la vita e la morte e poi immobile a letto per un lungo periodo in cui i suoi unici compagni di vita diventano i suoi pennelli e  lo specchio posizionato sopra il suo baldacchino in cui si riflette e in cui si analizza per i celebri autoritratti che le conferiscono fama e immortalità. Il dolore diventa un nemico di vita  durante una serie di aborti che le fanno abbandonare il suo sogno di maternità. Una vita non facile e pennellate disarmanti su tele tra l’onorino e il realista che hanno tremare si sgomento e di partecipazione e che generano empatia.

Ma in questa storia di immenso dolore ci sono sempre due potenti costanti: l’amore per la vita che l’artista vive a “suon di pennellate” e di marce per la rivoluzione e  un’immensa storia d’amore quella con il maestro, amante, marito Diego Rivera, croce e delizia di questa grande donna.

Una mostra che non racconta solo tappe di vita e un viaggio speciale, che non ci permettere di rivivere solo la vita di Frida ma che, attraverso le sue istallazioni 3D, ci fa piangere con lei, ci fa indossare metaforicamente i “suoi coloratissimi busti”, ci fa “amare Diego come figlio, padre, madre, amante, maestro, ispirazione, forza, odio, dipendenza e ancora desiderio”,  che ci fa sentire sulla pelle le coltellate inflitte dai tradimenti del suo amato, che ci fa palpitare il cuore attraverso i suoi amanti e le sue amanti, che ci fa lottare con la morte e allo stesso tempo ci fa urlare “Viva la Vida!”

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