Gli uomini vivono meno delle donne: è tutta colpa del cromosoma Y

Di Antonia De La Vega
pensionati

Una data di scadenza più prossima quella del sesso maschile e molto dipende da una differenza di cromosoma, infatti mentre le donne possiedono due cromosomi X, gli uomini presentano un X e un Y. Molti uomini però, con l’avanzare dell’età, iniziano a perdere quest’ultimo in una parte delle loro cellule, un disturbo che colpisce in modo particolare i fumatori, ma non solo.

A darne notizia uno studio  pubblicato sulla nota  rivista Science ad opera dei ricercatori  dell’Università statunitense della Virginia in collaborazione con diversi enti. Gli autori dello studio, condotto da Soichi Sano, ritengono che gli effetti dannosi della perdita del cromosoma maschile potrebbero essere contrastati con un farmaco già esistente, che prende di mira proprio le pericolose cicatrici che si producono sui tessuti del corpo. La tecnica utilizzata per lo studio è la  Crispr (le cosiddette forbici molecolari del Dna) per poter studiare meglio nei topi gli effetti della scomparsa del cromosoma Y. Hanno così scoperto che la perdita accelera le malattie legate all’età, rendendo i topi maggiormente soggetti a cicatrizzazione del tessuto cardiaco e a morte prematura. Dallo studio si evince che interagendo con la  perdita del cromosoma Y si potrebbe aiutare gli uomini a vivere più a lungo.

Kenneth Walsh, uno degli autori dello studio spiega: “Il Dna presente in tutte le nostre cellule accumula inevitabilmente mutazioni con l’età. Ciò include la perdita dell’intero cromosoma Y all’interno di una parte delle cellule maschili. Comprendere che il corpo è un mosaico di mutazioni acquisite – continua – fornisce indizi sulle malattie legate all’età e sul processo di invecchiamento stesso”.

Il farmaco che potrebbe interagire con il cromosoma Y potrebbe essere il  pirfenidone, un farmaco già approvato dalla statunitense Food and Drug Administration (Fda) per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica, una forma di cicatrizzazione polmonare che porta ad un progressivo declino della sua funzionalità. Il farmaco è in fase di sperimentazione anche per altre patologie come l’insufficienza cardiaca e la malattia renale cronica.

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