I debiti che restano fuori dal condono: multe stradali e tasse come l’IMU

Di Gianluca Perrotti 6 minuti di lettura
Wall Street

La cancellazione definitiva dei debiti fino a 1.000 euro esclude dal condono generale della Legge di Bilancio 2023 non solo le multe stradali e i tributi locali come l’Imu, ma anche le azioni pendenti nei confronti degli enti previdenziali privati. Nei primi due casi si passa a penali e interessi e l’importo dovuto (e per penali e penali) deve essere pagato per intero. Nel caso di debiti con persone fisiche non è richiesta l’amnistia. L’ultima novità presentata in Parlamento  prevede anche il rinvio della dichiarazione al 31 marzo: ciò significa che l’esattore cancellerà automaticamente gli importi per questa data senza chiedere il condono.

Cancellazione debiti: totale o parziale

Per essere condonati, le fatture fiscali devono essere consegnate a un agente della riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. Al 31 marzo 2023 debiti con importo residuo fino a mille euro (comprensivi degli interessi di mora in linea capitale) iscrizione e sanzioni).

I debiti cancellabili corrispondono alle pubbliche amministrazioni, al fisco e agli enti previdenziali pubblici. Sono inclusi anche gli importi da ammortizzare. La riscossione di tali crediti è sospesa dal 1° gennaio al 31 marzo 2023.
Per i soggetti diversi da quelli sopra citati, quali Comuni o Enti assistenziali privati, la cancellazione è solo parziale: la cancellazione si riferisce solo alla parte (fino a mille euro) relativa a interessi di ritardata registrazione, multe e sanzioni per ritardato pagamento.
Nel caso di multe stradali, che non sono tasse, ma sanzioni, l’esenzione si applicherà solo agli interessi di mora, con le spese delle procedure esecutive e della notifica di pagamento a tuo carico.
Enti territoriali e privati: opzione “senza estratto”
Non possono aderire all’estratto gli enti che non siano amministrazioni statali, le Tesorerie e gli enti previdenziali dello Stato, ma per questo devono adottare apposito provvedimento entro il 31 gennaio 2023 nei modi previsti dalla normativa vigente per l’adozione dei propri atti, pubblicandolo sulla propria pagina web e informandone l’agente della riscossione (nelle forme stabilite entro il 10 gennaio).

La grazia fino a mille euro: come viene calcolata

Come evidenziato nella Relazione tecnica che accompagna la Legge di Bilancio 2023, questo nuovo stralcio potrà essere applicato anche alle cartelle alle quali non si applicava la stessa previsione prevista negli anni precedenti (che valeva per il periodo 2000-2010) per il superamento dei mille euro. Il punto fondamentale è questo: determinano gli importi residui dal 1° gennaio 2023. Pertanto, se negli ultimi anni la causa non è stata cancellata per il fatto che il debito era maggiore, e durante questo periodo l’importo è sceso sotto questa soglia (ad esempio, nei casi in cui è previsto un piano rateale), verrà annullato Lo stesso principio (debito residuo) si applica a tutti i conti fiscali. Se l’importo dovuto era originariamente superiore ai mille euro, ma nel 2023 è sceso sotto tale soglia (anche in caso di disdetta), allora si verifica una disdetta.

Schema di regole dello stralcio mille euro

Altre regole: debiti verso amministrazioni statali, erario (tributi), enti previdenziali statali (contributi): se il debito residuo al 1° gennaio 2023 è inferiore a mille euro, viene cancellato.
multe stradali e altre sanzioni amministrative: se il debito residuo è inferiore a mille euro, viene ridotto azzerando tutti gli interessi, mentre la sanzione iniziale e le spese delle procedure esecutive e di notificazione di pagamento sono integralmente pagate.
Debiti verso enti diversi dalle amministrazioni statali, dal fisco e dagli enti previdenziali pubblici (ad esempio, enti previdenziali locali o privati); se il debito residuo è inferiore a mille euro, è ridotto detraendo le spese di ritardata registrazione, le multe e le maggiorazioni; Restano dovute le spese di capitale, di esecuzione e di avviso di pagamento (possono decidere l’azione di omissione entro il 31 gennaio, nel qual caso gli avvisi devono essere pagati per intero). Insomma, se previsto, il contribuente può applicare in questi casi un nuovo termine di quattro mesi, previsto anche dalla Legge di Bilancio.
Ricordiamo infine che dal 1° gennaio al 31 marzo 2023 cesserà l’incasso di tutte le fatture fiscali oggetto di annullamento e non verranno addebitati gli interessi di mora entro il 31 luglio 2023, oppure in un numero massimo di 18 rate. La prima e la seconda sono pari al 10% delle somme dovrebbero avere ai fini della definizione, con scadenza 31 luglio e 30 novembre 2023. La somma restante viene divisa in 16 rate di pari importo con scadenza trimestrale il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024.

Debiti esclusi dallo stralcio

Come previsto anche dai provvedimenti di stralcio previsti in precedenti occasioni, sono sempre escluse le seguenti tipologie di carichi affidati all’Agente della riscossione:

recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea;
crediti derivanti da condanne pronunciati dalla Corte dei conti;
multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
debiti relativi alle “risorse proprie tradizionali” dell’Unione Europea e all’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione.

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