I missili russi costruiti con prodotti Nato, quello che nessuno vi dice

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina diversi paesi, sopratutto appartenenti alla Nato e Stati Uniti, hanno votato a favore di leggi che andassero ad intaccare l’economia russa per renderla più debole. Queste sanzioni hanno colpito ben 1.400 persone e oltre 200 società, con il sequestro di beni per più di 20 miliardi di euro. Vige ancora oggi il divieto di esportare in Russia determinati oggetti, come ad esempio i prodotti elettronici che accanto agli usi civili, possono essere anche impiegati per scopi militari, ad esempio per il funzionamento dei sistemi d’arma, dai veicoli corazzati fino a radar e aerei. Eppure da quando è scoppiato il conflitto l’embargo in Russia di questi componenti non si è mai arrestato. In pratica la Russia è riuscita ad aggirare il blocco come fatto anche con tanti altri prodotti finendo per utilizzare tecnologie europee o statunitensi per scopi militari.

Pensiamo ad esempio ai chip fabbricati negli Stati Uniti e in Europa senza i quali sarebbe impossibile far volare i missili che oggi giorno vengono lanciati sul territorio ucraino portando distruzione. La prova di questo scambio che sin dal 24 febbraio, giorno dell’invasione, non si è mai interrotto è dato dai


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