Il ponte curvo di Kazungula un grande esempio di ingegneria

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
ponte africano curvo

Il ponte Kazungula tra Botswana e Zambia è stato inaugurato il 10 maggio e ha visto la partecipazione dei presidenti dei rispettivi Paesi, insieme ai presidenti della Repubblica Democratica del Congo, del Mozambico e dello Zimbabwe. Il ponte lungo quasi un chilometro attraversa il fiume Zambesi e ha un’insolita forma curvilinea.

Il motivo non è strutturale: è stato progettato in questo modo a causa del confine molto strano che attraversa proprio tra Botswana e Zambia, passando in realtà attraverso un passaggio lungo poco più di cento metri che separa due diversi punti di incontro dei confini e tre stati. Con una leggera svolta, il Kazungula Bridge può partire dallo Zambesi in Botswana nel punto in cui si unisce all’affluente del Chobe, e raggiungere l’altra sponda in Zambia senza attraversare lo Zimbabwe e la Namibia, collegando così direttamente i due paesi senza preoccupazioni e senza altri passaggi doganali che ne comprometterebbero il valore commerciale.

Il luogo in cui si trova è stato a lungo considerato l’unico posto al mondo in cui si intersecano quattro diversi stati: Namibia, Botswana, Zimbabwe e Zambia. In effetti, l’interpretazione politica, convalidata da diversi decenni, è che non si tratta di un confine quadruplo,  separati dal confine più corto del mondo, il confine di 135 metri tra Zambia e Botswana . Il ponte è in costruzione dal 2014 ed è costato complessivamente oltre 250 milioni di dollari (circa 210 milioni di euro). È stato finanziato dall’agenzia giapponese JICA, che fornisce sostegno finanziario a progetti nei paesi in via di sviluppo e dalla Banca africana. Il lavoro è stato svolto dalla società coreana Daewoo E&C.

Il confine tra Zambia e Botswana è così breve che non può essere mostrato su mappe in scala molto ridotta e, inoltre, in passato c’è stato un acceso dibattito tra gli stati africani partecipanti sul fatto che il confine sia quadruplo o meno. Negli anni ’60, il Sudafrica – controllava la Namibia – e la Rhodesia (come veniva chiamato all’epoca lo Zimbabwe) credevano che il confine quadruplo potesse qualificarsi per il traffico commerciale tra lo Zambia e il Botswana, nonché una nave che consentiva gli scambi tra i due paesi ma è stato dichiarato illegale dal Sudafrica. Nel 1970, sempre a causa di disaccordi sul confine, ci furono persino scontri militari, e pochi anni dopo l’esercito rhodesiano affondò la nave come scusa.

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