La Commissione europea ha istituito la riapertura delle frontiere interne dal 15 giugno e il 1 ° luglio ci stiamo muovendo verso una graduale riapertura delle frontiere esterne. Ma nonostante ciò il calo delle presenze sarà inevitabile.
Si prevede inoltre un impatto nei settori “collaterali” del turismo, che oltre agli hotel e strutture ricettive impatterà su ristoranti e i negozi.
I grandi assenti saranno gli stranieri
Sulla base di fonti diverse, viene definita una situazione che, nonostante l’incertezza che caratterizza il momento, mostra contorni definiti: l’Italia, un paese che deve circa il 13% del PIL al turismo, riceverà quest’anno una parte molto piccola turisti internazionali. Secondo ENIT, i visitatori internazionali dovrebbero diminuire del 49% e si tornerà alla normalità solo nel 2023; Secondo Demoskopika/Statista, il calo in Veneto sarà di 4,6 milioni, in Lombardia di 3,9 milioni e in Toscana di 3,3 milioni. Lazio ed Emilia-Romagna con numeri leggermente migliori.
Al momento, non ci sono incentivi per le vacanze incentivanti per recuperare la terra, progettati invece per stimolare il turismo domestico o progetti di “sistema”. Le iniziative delle singole Regioni sono valide, sia in termini di promozione sia, ad esempio, di notti concesse per una prenotazione o singole strutture.
Si conferma molto forte l’online con le piattaforme di booking
A giudicare dai dati l’interazione e l’interesse online per l’Italia non è stato male. A fine maggio quasi 800.000 richieste di turismo in Italia.
“L’Italia è considerata un paese senza Covid-19, iper monitorato e rassicurante secondo le nostre ricerche. Avremo i primi segni di ripresa sul mercato interno, ma il turismo locale e i collegamenti forniti con i tratti dell’autostrada consentiranno anche di recuperare arrivi dall’estero e quindi da destinazioni più vicine all’Italia che renderlo accessibile. anche in macchina “