Isopensione: cos’è, come funziona e chi può andare in pensione in anticipo

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Economia

(BorsaeFinanza.it) Lasciare il lavoro con 7 anni di anticipo e a spese dell’azienda: è l’isopensione, lo “scivolo” che il governo guidato da Giorgia Meloni ha inserito tra i provvedimenti da sostenere nel settore della previdenza per evitare il ritorno alla legge Fornero in versione integrale. Ma cosa si intende di preciso con isopensione, chi sono i lavoratori coinvolti e quali devono essere gli accordi specifici tra l’impresa esodante che “libera” il pensionando e l’INPS?

Cos’è l’isopensione

La cosiddetta isopensione è stata introdotta dall’articolo 4 della legge n. 92 del 28 giugno 2012 per realizzare “un mercato del lavoro inclusivo e dinamico”. All’epoca era in carica il governo di Mario Monti. La norma prevede che i datori di lavoro con più di 15 dipendenti, nei casi di eccedenza di personale, possono avvalersi della possibilità di stipulare accordi con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative per incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani, ai quali mancano al massimo 4 anni al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata (67 anni di età o 41 anni e 10 mesi per la pensione anticipata).

In questi casi, il datore di lavoro si impegna a corrispondere al lavoratore “una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti”, ovviamente in base alla contribuzione versata fino al momento dell’esodo, e a versare all’INPS “la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento”.

Il termine di anticipo dei 4 anni per ottenere l’isopensione è stato portato a 7 anni per il triennio 2018-2020 dalla legge di Bilancio 2018 del primo governo Conte e riconfermato fino al 2023 dalla legge di Bilancio 2021 del governo Draghi. Il decreto Milleproroghe 2023, appena convertito in legge, all’articolo 9 comma 5-bis allunga questo strumento (e i 7 anni dall’età per la pensione) fino al 30 novembre 2026.

Perché è stata pensata

Risalente al 2012, l’isopensione è stata pensata dal governo Monti e dal suo ministro Elsa Fornero per riformare il mercato del lavoro, incentivare gli anziani a lasciare il posto ai giovani, varare un pacchetto di austerità previdenziale e rendere così più difficile maturare i requisiti necessari per andare in pensione. L’isopensione, molto simile alla pensione anticipata, è stata concepita come un ammortizzatore per bilanciare il resto della legge Fornero, un insieme di provvedimenti restrittivi “lacrime e sangue” ritenuti necessari nel periodo di crisi in cui sono stati varati per modificare sostanzialmente l’insostenibilità del sistema previdenziale italiano.

L’obiettivo era quindi prevedere una sorta di benefit sul modello del sussidio di disoccupazione, erogato direttamente dal datore di lavoro al pensionando per un periodo massimo di 4 anni (poi diventati 7) finché quest’ultimo non matura i requisiti per il pensionament


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