ISTAT e Agricoltura: nel Belpaese meno aziende agricole ma più grandi e nuove forme di gestione dei terreni

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
Nuova Pac e possibili impatti sull’agricoltura italiana

Sono stati presentati ieri i dati relativi al “7°Censimento generale dell’agricoltura”. I dati raccolti dall’ISTAT da gennaio e luglio 2021 fanno  riferimento all’annata agraria 2019-20202.  Nel Belpaese, negli ultimi 400 anni, sono scomparse quasi due aziende agricole su tre, ma quelle ancora esistenti hanno una superficie duplicata

Si tratta dell’ultimo censimento a cadenza decennale e restituiscono una fotografia puntuale del settore agricolo e zootecnico offrendo una lettura approfondita su diversi temi: dalle caratteristiche del conduttore all’ utilizzo dei terreni e consistenza degli allevamenti, dai metodi di gestione aziendale alla multifunzionalità fino alla manodopera impiegata. Cosa è emerso dal Censimento?

A ottobre 2020 risultano attive in Italia 1.133.023 aziende agricole (Prospetto 1). Nell’arco dei 38 anni intercorsi dal 1982 – anno di riferimento del 3° Censimento dell’agricoltura, i cui dati sono comparabili con quelli del 2020 – sono scomparse quasi due aziende agricole su tre. Nel dettaglio, il numero indice del numero di aziende agricole (con base 1982=100), pari a 36,2, indica una flessione del 63,8%. La riduzione è stata più accentuata negli ultimi vent’anni: il numero di aziende agricole si è infatti più che dimezzato rispetto al 2000, quando era pari a quasi 2,4 milioni. In 38 anni, come conseguenza della diminuzione più veloce del numero di aziende agricole rispetto alle superfici, la dimensione media delle aziende agricole è più che raddoppiata sia in termini di SAU (passata da 5,1 a 11,1 ettari medi per azienda) che di SAT (da 7,1 a 14,5 ettari medi per azienda). Se si limita il confronto agli ultimi due Censimenti generali, riferiti al 2010 e al 2020, il numero di aziende è sceso poco oltre il 30% (-487mila), a cui si è associato un calo meno drastico della SAU, (-2,5%) e della SAT (-3,6%). Nel 2020, il 93,5% delle aziende agricole è gestito nella forma di azienda individuale o familiare. Tale quota è in leggera diminuzione rispetto al 2010 (96,1%) mentre nel decennio aumenta l’incidenza relativa delle società di persone (da 2,9% a 4,8%), delle società di capitali (da 0,5% a 1%) e in misura lieve anche delle “altre” forme giuridiche (da 0,1% a 0,2%). Le aziende individuali o familiari, pur continuando a
rappresentare il profilo giuridico ampiamente più diffuso nell’agricoltura italiana, sono le uniche in chiara flessione rispetto al 2010 mentre crescono tutte le altre forme giuridiche.
Tendenze simili caratterizzano anche le SAU, sebbene, in base alle superfici, le diverse forme giuridiche incidano in modo diverso rispetto al numero di aziende agricole. Infatti, in termini di SAU è molto più contenuto il peso relativo delle aziende individuali o familiari (che scende da 76,1% del 2010 a 72,7% del 2020) mentre è più elevato sia quello delle società di persone (da 14% a 18,2%) che quello delle società di capitali (da 2,7% a 3,6%). La minore incidenza delle aziende individuali o familiari in termini di superfici deriva dalla loro dimensione media (8,6 ettari di SAU nel 2020), molto più bassa rispetto a quella delle società di persone (41,6 ettari) e di capitali (41,5).

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