Lavoratori provenienti da imprese in crisi: arrivano incentivi per le assunzioni

Di Alessio Perini
lavoratori provenienti da imprese in crisi

Sgravio dei contributi del 100% sui versamenti INPS dovuti dal datore di lavoro per 36 mesi e fino a 6mila euro annui in relazione alle assunzioni di personale subordinato di aziende in crisi, con tavolo aperto al Ministero

Un  provvedimento previsto dalla Legge di Bilancio 2022

L’obiettivo della nuova legge è quello di eliminare ed  assorbire gli esuberi di personale causati dai  licenziamenti del personale delle aziende in crisi  e che costituirebbe un grande peso in termini di disoccupazione. Questi lavoratori devono essere assunti nei sei mesi precedenti o impiegati in rami di azienda oggetto di trasferimento delle aziende già dichiarate in crisi. Una mozza che consentirebbe di anticipare la crisi di famiglie dei lavoratori.

A chi è rivolto lo sgravio totale dei contributi?

Un incentivo importante per le aziende che devono assumere e valido soprattutto per:

  • lavoratori con contratto di lavoro presso un’azienda in situazione di crisi aziendale;
  • dipendenti licenziati nei sei mesi precedenti alla  crisi aziendale;
  • lavoratori che operano  in rami di azienda oggetto di trasferimento da parte di azienda in situazione di crisi aziendale.

Cosa prevede?

L’incentivo sotto forma di sgravio contributivo si applica ai contratti di nuova assunzione, trasformazione a tempo indeterminato e cessione perfezionati dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022. L’esenzione si applica anche in caso di assunzione per fini amministrativi, anche per un determinato periodo.

Quanto risparmierebbero le aziende che assumono questi lavoratori per ciascuna unità lavorativa?

La soglia massima di esenzione relativa alla mensilità è di 500 euro (6.000 euro in 12 mesi), eventualmente ridistribuiti, in base alla misura di 16,12 euro al giorno  (500/31 giorni) per ogni giorno di fruizione dell’esenzione. Una misura importante per assorbire gli esuberi di personale e per non gravare sulle casse dell’INPS e soprattutto per dare continuità salariale alle famiglie già soggette ai continui rincari del costo quotidiano della vita che sta diventando alto e a volte insostenibile.

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