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Legge antisprechi, agevolazioni per le aziende che regalano eccedenze alimentari

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(Money.it) A livello mondiale, secondo quando riportato dalla Fao, un terzo dei beni alimentari prodotti non viene consumato. Stando ai dati Eurostat 2020, nell’UE lo spreco di cibo si attesta intorno a 127 chilogrammi per abitante. Le stime sono tutt’altro che incoraggianti: a produrre più rifiuti sono le famiglie (55%) seguite a ruota dalle catene di approvvigionamento alimentare (45%).

Tutto questo spreco, secondo l’analisi condotta dal “No Time to Waste”, costerebbe ben 143 miliardi di euro all’anno. Un vero e proprio schiaffo alla povertà se si considera che sono all’incirca 33 milioni le persone al mondo nelle condizioni di non poter assumere cibo di qualità ogni due giorni.

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Un fenomeno questo con delle ripercussioni non solo economiche e sociali, ma anche ambientali. L’Unione Europea si è dimostrata particolarmente sensibile al problema promuovendo una serie di iniziative per ridimensionare la portata del fenomeno. In Italia, invece, la Legge Antisprechi (166/2016) premia con alcune agevolazioni sulle imposte le imprese che regalano eccedenze alimentari.

Vediamo subito cosa prevede la norma e quale impatto ha su IVA, IRES e TARI per le imprese.

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Legge Antisprechi sulle eccedenze alimentari, gli obiettivi

Nell’art.1 della Legge Antisprechi è racchiusa la finalità della normativa: ridurre gli sprechi alimentari nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di generi alimentari, farmaceutici e di altri prodotti “premiando” con delle agevolazioni fiscali le imprese che decidono cedere gratis le eccedenze alimentari.

Tutto questo per perseguire più di un obiettivo. Innanzitutto, si punta a recuperare e regalare le eccedenze, non solo alimentari ma anche farmaceutiche e di prodotti di altro tipo, per fini di solidarietà sociale, nell’intento di favorirne il consumo da parte delle persone.

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In secondo luogo, la Legge Antisprechi mira a contenere gli effetti negativi a livello ambientale generati dalle eccedenze disincentivando la produzione dei rifiuti (anche biodegradabili diretti in discarica) e spingendo verso la pratica del riciclo e del riuso per allungare la vita dei prodott


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