Made in Italy ed estero: arrivano gli incentivi per far conoscere i beni del Belpaese

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

Il Made in Italy è da sempre sinonimo di qualità ed eleganza, arrivano incentivi per chi vuole far conoscere i propri prodotti all’estero. Rincaro del contributo ministeriale e ampliata la platea dei beneficiari

Rincaro sull’ammantare dei contributi ministeriale per la promozione all’estero del Made in Italy e soprattutto si allarga anche la platea dei beneficiari. Potranno beneficiarne anche  consorzi di imprese e altri soggetti. Il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 31 maggio 2021 , pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 luglio integra le modifiche previste dalla Legge di Stabilità 2021 e annuncia che si saranno  nuovi incentivi per la promozione all’estero di marchi collettivi o di destinazione prevista dal dl 34/2019 articolo 32, comma da 12 a 15) alle associazioni rappresentative delle categorie produttive, a cui ora si aggiungono anche i consorzi di tutela e altri organismi di tipo associativo o cooperativo per la promozione all’estero, di marchi collettivi e di certificazione a loro riconducibili.

I contributi possono essere richiesti per finanziare le seguenti iniziative anche online (fiere digitali, webinar, incontri su piattaforme web e con ogni mezzo via internet):

  • partecipazione a fiere e saloni internazionali;
  • eventi collaterali alle manifestazioni fieristiche internazionali;
  • incontri bilaterali con associazioni estere;
  • seminari in Italia con operatori esteri e all’estero;
  • azioni di comunicazione sul mercato estero, anche attraverso GDO e canali on-line;
  • creazione di comunità virtuali a supporto del marchio.

L’importo dell’agevolazione è pari al 70% delle spese sostenute, con tetto massimo di 150mila euro. Tra quelle ammissibili:

  • quote di partecipazione, affitto e allestimento di stand presso fiere e saloni internazionali in Italia e all’estero. Il soggetto beneficiario che partecipa alla manifestazione fieristica con più di uno stand deve dichiararlo e spiegarne le motivazioni;
  • spese per organizzazione dei webinar e partecipazione a fiere digitali e online;
  • affitto e allestimento di spazi espositivi temporanei;
  • interpretariato, traduzione, noleggio di attrezzature e strumentazioni;
  • brochure , siti internet multilingue, cataloghi, materiale informativo, spot televisivi/radiofonici, pubblicità e promozione su siti web , punti di distribuzione o su riviste internazionali inerenti il marchio. Sono inclusi i costi per testimonial e influencer;
  • spese per azioni dimostrative delle produzioni in occasione delle iniziative previste nel progetto;
  • affitto sale per attività di formazione, incontri bilaterali e/o seminari.

A seguito del nuovo Regolamento, le modalità di presentazione della domanda saranno definite con provvedimento applicativo del direttore generale per la tutela della proprietà industriale – Ufficio italiano brevetti e marchi.

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