Morgan Stanley taglia del 7% forza lavoro in Asia, quali impatti in Borsa?

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Finanza ed economia

(BorsaeFinanza.it)

Dovrebbero avere un impatto limitato sul titolo Morgan Stanley i rumors arrivate nelle ultime ore e che vedrebbero la banca statunitense pronta a tagliare la sua forza lavoro nella regione Asia-Pacifico. Nello specifico l’istituto a stelle e strisce, in scia alle attuali condizioni presenti sui mercati finanziari, starebbe infatti pensando di ridurre del 7% i suoi banchieri presenti nell’investment banking. I tagli, che seguirebbero quelli dello scorso anno e che avevano interessato il 2% dei dipendenti, dovrebbero avere un impatto in particolar modo sulla Cina e da questa decisione verrebbe escluso il Giappone.

Ricordiamo che solo all’inizio di questo mese altri rumors parlavano di un taglio della forza lavoro che poteva interessare quasi 3.000 dipendenti, citando tra le motivazioni la debolezza delle attività di M&A e di conseguenza il suo ruolo di advisor nelle operazioni di fusioni e acquisizioni. A questo proposito è da sottolineare che la banca d’affari americana ha chiuso il primo trimestre dell’anno in corso con un utile in calo del 19% a 2,98 miliardi di dollari e ricavi in discesa del 2% a 14,52 miliardi di dollari. Nello specifico i ricavi della divisione banca di investimento si sono contratti del 24% a 1,25 miliardi di dollari.

Azioni Morgan Stanley: analisi tecnica e strategie operative

Andiamo a vedere ora cosa ci suggerisce l’analisi tecnica sull’azione quotata a Wall Street. Dovrebbe essere un’apertura all’insegna della cautela quella odierna per il titolo Morgan Stanley, con i prezzi che si confermano non solo all’interno di un trend di medio periodo impostato al ribasso ma anche vicini ai minimi degli ultimi mesi situati in area 81,8-82 dollari. Nel breve termine fondamentale sarà quindi la tenuta di questi sostegni, per evitare una continuazione della fase correttiva che avrebbe un prossimo obiettivo sui minimi di ottobre 2022 posti sulla soglia dei 75 dollari. L’eventuale violazione ribassista di queste aree supportive, aprirebbe le porte per un test sui minimi degli ultimi 2 anni situati sui 72 dollari.

Al contrario la tenuta degli 82 dollari potrebbe dare il via ad un rimbalzo dei corsi, che avrebbero un primo target sugli 85-85,50 dollari e a proseguire gli 88,2-88,5 dollari. Dal punto di vista operativo il superamento di queste aree resistenziali, dove transitano sia la media mobile a 200 giorni che l’indicatore daily del Supertrend, darebbero seguito al movimento di recupero in direzione dei massimi dello scorso mese di aprile in area 91,50 dollari. F


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