MPS: il Tesoro venderà l’8% a ottobre, ecco i dettagli

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it)

Apertura di giornata borsistica in profondo rosso per le azioni MPS che a metà mattina sono arrivate a essere sospese per eccesso di ribasso. A innescare le vendite l’indiscrezione secondo cui il Ministero dell’economia e delle finanze – che detiene il controllo della banca senese con una quota del 64% – starebbe per cedere una prima tranche delle azioni possedute, equivalente all’8% del capitale sociale.

Il Tesoro starebbe studiando il quadro generale per valutare quali potrebbero essere le ricadute sul titolo di una tale mossa. Al momento sembrerebbe che, secondo le analisi effettuate dagli esperti del MEF, una cessione inferiore al 10% non dovrebbe creare gravi turbolenze di mercato. La data dell’operazione dovrebbe ricadere nei primi dieci giorni di ottobre, in chiaro anticipo rispetto a quanto aveva previsto il governo. A occuparsi della vendita come advisor dovrebbe essere Equita Sim, che è molto vicina alle vicende che interessano l’istituto finanziario di Rocca Salimbeni.

Gli obiettivi del MEF

Il prezzo di vendita delle azioni MPS da parte del Tesoro dovrebbe avvenire con uno sconto del 9-10%. Secondo le stime dei tecnici del MEF, l’incasso si aggirerebbe intorno ai 250 milioni di euro, tenendo però conto che le aspettative sono per mercati meno turbolenti. Nel caso in cui le pressioni derivanti dagli alti tassi d’interesse dovessero proseguire, lo Stato potrebbe far slittare la vendita del pacchetto aspettando condizioni di mercato migliori . Per ora la mossa si porrebbe come obiettivo quello testare il livello di interesse intorno al gruppo bancario senese in vista della dismissione totale della partecipazione che, secondo gli accordi con l’Europa, dovrebbe avvenire entro giugno 2024. Quella sarà anche la data in cui avranno luogo le elezioni europee. Smarcarsi del dossier MPS per il governo potrebbe avere una valenza importante anche in ottica elettorale.

Nel contempo l’obiettivo del MEF è quello di raggiungere un’intesa con un grande gruppo bancario che dia vita a una fusione con l’istituto toscano, ponendo fine così a una vicenda che si trascina dal 2017. Il candidato più accreditato rimane Unicredit, ma è difficile pensare che la seconda banca italiana possa fare un’offerta prima di aprile, quando verrà nominato il nuovo consiglio di amministrazione. In lista vi è anche Banco BPM, sebbene l’istituto di Piazza Meda abbia finora cercato di raffreddare qualsiasi ipotesi di interesse verso la banca guidata da Luigi Lovaglio. Anche perché in questo momento sembra più attratto dal consolidamento della partnership storica con Anima Holding. Infine è in lizza BPER Banca. Anche qui però non sembra che il dossier Montepaschi rientri tra le priorità dell’amministratore delegato Piero Montani e dell’azionista di controllo Unipol, più concentrati sulla Banca Popolare di Sondrio.

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