Recovery Fund: significato, cos’è e come funziona il fondo voluto da Conte
Le discussioni sugli strumenti che l’Unione Europea metterà in campo per contrastare la recessione da emergenza coronavirus hanno suscitato un acceso dibattito. Soprattutto in Italia, dove la pregiudiziale politica sul MES è forte ed il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha puntato forte sul Recovery Fund, un surrogato degli Eurobond che però sarà operativo nel 2021. Ed è dunque tornato al centro della discussione il MES, teoricamente senza condizionalità e subito disponibile nella misura di 36 miliardi per l’Italia.
Tuttavia, secondo diversi osservatori, si tratta di strumenti che non avranno l’impatto (positivo) sperato. Stando ad essi, solo la BCE può salvare la baracca europea e quella italiana in particolare, mediante il massiccio acquisto di titoli. E del resto l’annuncio del via libera anche ai cosiddetti ‘titoli spazzatura’ sembra andare proprio in quella direzione.
Il Financial Times ha inviato ai governi dell’eurozona alcuni ‘consigli’ attraverso la penna di Martin Wolf, economista capo e firma autorevole del giornale.
Passando in rassegna gli strumenti messi finora sul tappeto, Wolf boccia il Mes, il discusso Fondo salva Stati, prevede di difficile attuazione gli eurobond, e si dice convinto che l’euro potrà superare la crisi attuale soltanto a una condizione: la Bce dovrà continuare ad agire come se fosse una vera banca centrale con una potenza di fuoco illimitata, vale a dire perseverare nel creare denaro dal nulla e fornire tutta la liquidità necessaria a ogni membro dell’area euro, per aiutarlo a superare la crisi, senza creare debito. E guai se la Corte costituzionale tedesca, con la sentenza del prossimo 5 maggio, dovesse bocciare il Quantitative easing per via della sua grande quantità attuale. Verrebbe giù tutto.
Sul MES
“Le discussioni sul Mes e sui coronabond sono solo chiacchiere – attacca Wolf -. Il Mes è irrilevante. La sua potenza di fuoco è troppo piccola. Inoltre la condizionalità di questo fondo-salva stati, che saranno applicate se non ora, più tardi, quando arriveranno i rollover, rende i suoi prestiti irricevibili. E sarebbero anche divisivi, in un momento in cui è richiesta solidarietà”.
Sugli Eurobond
Gli eurobond? “Politicamente, uno strumento finanziario comune, che piace ad alcuni Stati membri, ma è un anatema per i paesi nordici. Non si faranno. Anche se tale strumento sarebbe utile proprio alla Bce, quando vorrà vendere le montagne di titoli di debito che sta per acquistare. Altrimenti potrebbero esserci difficoltà con le montagne del debito futuro”.
BCE
Sarà invece la BCE un ruolo decisivo come non mai, in quanto “unica istituzione in grado di difendere l’euro nella misura necessaria”. Secondo le previsioni del Fmi (Fondo monetario internazionale), il pil della zona euro si ridurrà del 7,5% quest’anno, con un pil tedesco giù del 7% e quello italiano giù del 9,1%. “Previsioni terribili, purtroppo ottimistiche”, sostiene Wolf. Nel 2021 si potrebbe registrare un calo del 10% del pil dell’eurozona rispetto al 2019, e il debito pubblico di diversi paesi salirebbe alle stelle, Italia in testa.
Sui mercati impera infatti il cosiddetto “rischio di ridenominazione”, che fa alzare gli spread (quelli italiano in primis). Il piano di acquisti della Bce per 750 miliardi lanciato da Christine Lagarde è volto proprio a scongiurare il rischio ridenominazione, vale a dire il default e la ristrutturazione del debito di qualche paese membro dell’eurozona (e anche qui, Italia soprattutto).
Ecco perché, sostiene Wolf, “la Bce è impegnata ad agire come se fosse la banca centrale nazionale di ogni paese membro. E dal momento che emette la seconda valuta di riserva più accettata nel mondo, ha la capacità di farlo”. Di più: “La Bce deve fare tutto il necessario per aiutare ogni paese membro della zona euro a gestire questa crisi”.
Articolo originale di Quifinanza.it.