Il portale è guida alle riforme e alle missioni del PNRR, con l’avanzamento dei progetti. Il portale web Italia Domani permette di consultare lo stato di avanzamento dei diversi investimenti effettuati nei relativi progetti e le spese sostenute per portarli a termine
Online dal 3 agosto il portale ufficiale dedicato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), la programmazione nazionale delle attività e dei progetti che danno energia al Recovery Plan presentato all’UE dal nostro Paese e che, grazie al programma Next Generation EU (NGEU), nelle prossime settimane porterà i primi fondi per una ripartenza economica e sociale dopo la crisi del Covid. Il portale web Italia Domani (italiadomani.gov.it) consente di ricevere informazioni sullo stato di avanzamento dei vari investimenti effettuati nei rispettivi progetti e sui costi sostenuti per realizzarli, in modo che i cittadini possano monitorare l’utilizzo delle risorse europee per la attuazione del Piano. Il portale è composto da più sezioni tematiche (con risorse assegnate e progetti previsti), e contiene anche il testo integrale del Piano insieme ad altra documentazione di dettaglio delle attività previste.
- La sezione Priorità Trasversali specifica le misure che hanno un impatto su giovani, parità di genere e riduzione dei divari territoriali.
- La sezione Missioni illustra i principali interventi del PNRR, ribattezzato “Italia Domani”, suddivisi nelle 6 Missioni di cui si compone.
- La sezione Risorse offre un prospetto delle risorse finanziarie per ogni Missione, comprese quelle aggiuntive stanziate nell’ambito del Fondo Complementare.
- La sezione Riforme analizza i contenuti delle riforme programmate, gli obiettivi prefissati e le tempistiche previste per la loro attuazione.
- La sezione Investimenti, una volta avviati i cantieri, permetterà di consultare gli oltre 150 progetti di investimento del Piano, monitorandone lo stato di avanzamento, le scadenze previste e l’importo stabilito per ciascun anno.
- La sezione Piano Complementare analizza i progetti per la ripartenza non coperti dal RRF (Recovery and Resilience Facility) e dunque finanziati con 30,6 miliardi di risorse nazionali.