Pensione minima, norma scritta male e pagamento in ritardo: quando arriva davvero l’aumento

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Il governo Meloni ha aumentato le pensioni minime riconoscendo una rivalutazione straordinaria dell’1,5% per il 2023, che sale al 6,40% per quei pensionati che hanno compiuto i 75 anni di età.

Non si può dire, quindi, che non abbia mantenuto la promessa fatta in campagna elettorale, quando Silvio Berlusconi annunciò un aumento fino a 1.000 euro (soglia che, secondo quanto confermato da Tajani, dovrebbe essere raggiunta entro la fine della legislatura).

Tuttavia, per il momento l’aumento in oggetto è previsto solamente su carta. Seppure ufficializzato dall’Inps all’inizio di aprile, infatti, l’incremento della pensione minima non è stato ancora applicato nei relativi cedolini. E stiamo parlando di persone che ne necessiterebbero con urgenza: pensionati in età avanzata che si trovano con una pensione inferiore al minimo fissato dalla legge, sotto i 563,74 euro stando all’importo rivalutato a inizio 2023, il tutto mentre il costo della vita continua a salire vorticosamente (ad aprile c’è stato un incremento dell’8,3% su base annua).

Le ragioni di tale ritardo non sono state ufficializzate: secondo indiscrezioni, però, sembra che la norma – come inserita in legge di Bilancio 2023 – sia stata scritta male, rendendo complicato


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