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Perché un’eventuale guerra in Niger non va assolutamente sottovalutata
(Money.it) L’Occidente sta guardando con attenzione i fatti in Niger e sono preoccupati per un eventuale guerra. La colpa occidentale, in particolare dei media e dei politici, è quella di non prestare la giusta attenzione all’Africa. Le conseguenze della disattenzione europea, e non solo, può avere un impatto enorme anche sull’Italia. Un’eventuale guerra in Niger va evitata, non soltanto per le vittime umane e le conseguenze atroci di un conflitto, ma in termini più utilitaristici perché a rimetterci sarebbero anche gli interessi italiani, francesi e più in generale europei.
Non mancano poi gli interessi americani, che vedono nel Niger l’ennesimo fallimento di un piano di contenimento della Russia – in Niger, come in Mali e in altri paesi africani hanno agito i gruppi militari e d’influenza della Wagner – e delle forze jihadiste. La presenza di truppe francesi, un piccolo contingente italiano e circa 1.000 soldati americani erano destinate all’addestramento dell’esercito nigerino. È stato proprio questo stesso esercito a rivoltarsi contro le istituzioni che era stato addestrato a difendere.
Il Niger quindi rappresenta non soltanto un fallimento delle operazioni del passato, ma anche un elemento di estrema instabilità per il futuro dell’Occidente. Sono almeno quattro gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione e da non sottovalutare in caso scoppiasse una guerra in Niger: l’influenza russa (crescerebbe rispetto a quella occidentale), i flussi migratori che passano in Niger verso il Mediterraneo, i rischi legati a un aumento del potere dei gruppi terroristici e infine l’aspetto economico, in cui l’Italia ha molto da perdere.
Perché potrebbe scoppiare una guerra in Niger?
L’accaparramento delle risorse nigerine potrebbe portare a una guerra. Al momento l’esercito che doveva difendere il governo, democraticamente eletto nel 2021 di Mohamed Bazoum, ha partecipato attivamente al colpo di stato militare. Sono in molti oggi a essere favorevoli all’insediamento del generale Abdourahmane Tchiani, che si è autoproclamato leader del Niger. Così come sono in molti a essere favorevoli a Vladimir Putin e in generale alla Russia.
Tutto va bene purché non sia la Francia, ovvero l’esempio concreto del neocolonialismo e dello sfruttamento delle risorse africane. Il Niger possiede il 7% delle riserve mondiali
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