Powell: l’inflazione non é provvisoria

Di Alessio Perini 3 minuti di lettura
Wall Street

Jerome Powell, presidente della Fed, nel corso della sua testimonianza al Congresso, afferma che “Non si può più parlare di inflazione transitoria” a  circa una settimana dalla nuova nomina alla guida della banca centrale Usa da parte del presidente Joe Biden.

Il numero uno della Fed: ” I rischi di un’inflazione più alta sono aumentati. In generale, i prezzi più alti che stiamo vedendo sono collegati a squilibri sul fronte dell’offerta e su quello della domanda che possono essere riferiti alla pandemia e alla riapertura dell’economia. Ma può essere anche il caso che gli aumenti dei prezzi si siano diffusi in modo più ampio e penso che il rischio di un’inflazione più alta sia aumentato”.

Il Presidente della banca centrale Usa afferma: “È appropriato discutere di un’accelerazione del tapering. Non abbiamo ancora preso una decisione sulla riduzione degli acquisti ma i dati di novembre su inflazione, salari, consumi mostrano che a questo punto l’economia americana è molto forte e le pressioni inflazionistiche molto alte. Perciò, secondo me, sarebbe appropriato valutare una riduzione dei nostri acquisti di titoli, cosa che abbiamo già annunciato, con qualche mese di anticipo. Avete visto la nostra politica addattarsi e la vedrete continuare ad adattarsi. Una maggiore preoccupazione per il virus potrebbe ridurre la disponibilità delle persone a lavorare in presenza, rallentando i progressi sul mercato del lavoro e intensificando i problemi nelle catene di approvvigionamento. Sono aumentati i rischi di una maggiore inflazione”.

Intanto prezzo del petrolio crolla al Nymex, a causa della diffusione della variante Omicron  e dopo che Moderna ha messo in dubbio l’efficacia dei vaccini. I contratti Wti con scadenza a gennaio cedono in chiusura oltre il 5% a 66,40 dollari al barile. Wall Street chiude in negativo e le parole del presidente della Federal Reserve non fanno ben sperare: Una prospettiva che alimenta le attese di un rialzo dei tassi anticipato, e che spaventa i mercati già messi sotto pressione dall’incertezza sull’impatto della variante del coronavirus Omicron, dopo che Moderna ha messo in dubbio l’efficacia dei vaccini. Il Dow Jones cede l’1,86% a 34,483.33 punti, il Nasdaq arretra dell’1,55% a 15.537,70 punti e lo S&P500 lascia sul terreno l’1,82% a 4.570,50 punti.

 

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