(Money.it) Si torna a parlare di salario minimo e lo si fa attraverso diverse proposte di legge delle opposizioni. Il filone del dibattito è sempre lo stesso: no al salario minimo, sì al contratto collettivo. Ma l’Europa smentisce il governo Meloni e in una sentenza del Tribunale europeo spiega che i contratti collettivi non coprono davvero tutti, un salario minimo nazionale sì.
L’opposizione si fa portavoce delle istanze dal basso che, al netto di stipendi troppo bassi rispetto al costo della vita e al mancato aumento di questi negli ultimi 30 anni, richiedono una discussione sul salario minimo.
Fissare un salario minimo non è un’utopia e nel mondo sono 140 i Paesi che lo hanno adottato (22 in Europa). Anche se il salario minimo non comporta inevitabilmente un miglioramento delle condizioni lavorative e di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, si pone come base per un primo passo verso la riconquista del potere d’acquisto.
Salario minimo: necessario ma non risolutivo
Pensare di risolvere la crisi del lavoro e del potere d’acquisto solo con il salario minimo è una semplificazione, ma è vero anche che sarebbe un passo fondamentale da compiere per allinearsi agli altri Paesi. Secondo i dati a disposizione i
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