Smart Working per la Pubblica Amministrazione con quota non superiore al 15%

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
smart working

Gli impiegati della pubblica amministrazione italiana ritorneranno a lavoro in presenza: lo ha già annunciato il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e  lo ha ribadito  anche al Forum Ambrosetti 2021 fornendo dati precisi: i dipendenti pubblici potranno stare in smart working solo per il 15% dell’orario lavorativo.

Entro un termine massimo di due mesi verranno stabilite linee guida precise per la nuova disciplina del lavoro flessibile nel settore pubblico, nonché la normativa relativa alla chiusura, alla produttività e alla misurazione dei risultati. Secondo il ministro Brunetta, Smart Work non sarà eliminato, ma rimarrà con una quota non superiore al 15%. La maggior parte dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici ha continuato a lavorare in modalità “presenza”: nel settore sanitario, nelle forze dell’ordine. La scuola sta per ripartire. Ora è un bene che anche tutti gli altri siano tornati sui posti di lavoro per sostenere la ripresa del Paese.

Sempre durante il Forum Ambrosetti, il Ministro Brunetta ha illustrato i progetti per la pubblica amministrazione che porteranno l’Italia a guadagnare credibilità e reputazione,  si pensa alla ripresa anche  attraverso il programma di eventi previsto dal PNRR. Un duro programma di riforme é in procinto di essere disegnato con le parole d’ordine: gestione e semplificazione ma anche  reclutamento e carriera nella PA.

Al centro delle riforme c’é “il capitale umano”, sbloccando i rinnovi contrattuali, semplificando e digitalizzando i concorsi: non dureranno fino a quattro anni, ma fino a cento giorni. Ci sarà osmosi tra pubblico e privato. E poi le semplificazioni: non si può digitalizzare senza prima semplificare.

Il piano di risanamento offre una grande flessibilità organizzativa alla pubblica amministrazione attraverso la tecnologia. Molti i punti alla base del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale firmato lo scorso marzo:  Rinnovo contratti pubblici 2019-2021 per 3 milioni di dipendenti, lavoro agile nella PA nei contratti collettivi nazionali (CCNL), riforma ordinamenti professionali del personale, politiche formative per acquisire competenze digitali o professionali, partecipazione sindacale nei CCNL e contrattazione integrativa e Welfare contrattuale

Condividi questo articolo
Exit mobile version