Il premier Giuseppe Conte ha prorogato lo stato di emergenza fino al 15 ottobre 2020.
Alle soglie della scadenza naturale dello stato di emergenza iniziato il 31 gennaio scorso per una durata di 6 mesi, il governo ha deciso di estendere/prorogarlo fino al prossimo 15 ottobre. Uno stato di emergenza assegna poteri “straordinari” o “speciali” al governo e alla Protezione Civile. Mentre alcuni partiti di maggioranza chiedono di avere maggiori delucidazioni su alcune dinamiche e hanno di fattto messo dei paletti, l’opposizione è fortemente contraria alla proroga, asserendo che si tratta sostanzialmente di di una proroga si, ma solo dei poteri del primo ministro.
Al di là delle questioni politiche che interessano governo e opposizione, tentiamo di capire quali potrebbero essere alcune conseguenze sulla nostra vita quotidiana, dal lavoro alle libertà dei singoli individui.
I lavoratori e lo smart working
Durante la durata dello stato di emergenza, i dipendenti pubblici e privati possono mantenere la posizione in smart working secondo i metodi concordati con l’azienda. Nella pubblica amministrazione, secondo le regole contenute nel Decreto Rilancio, i dipendenti lavoreranno in modo intelligente fino al 31 dicembre.
Cosa accadrà alla scuola?
Questa disposizione consentirà l’acquisto di tutto il materiale necessario per il riavvio sicuro della scuola: maschere, gel, panchine, divisori in plexiglass, omettendo alcune delle fasi di aggiudicazione che seguono i percorsi semplificati. Su questo punto, ovvero la fornitura di attrezzature necessarie, si è sviluppata una piccola polemica, nata dal fatto che alcuni dei possibili fornitori hanno dichiarato che i tempi sono troppo stretti.
I voli e i blocchi
Lo stato di emergenza consente inoltre di bloccare i voli da e verso gli Stati considerati a rischio o di determinare nazionalità non consentite in Italia.
Creazione di zone rosse
L’estensione consente la creazione di nuove “zone rosse” in caso di gravi focolai, che sono completamente limitati e chiusi agli scambi con l’esterno.
Reperimento di letti in numero maggiore
La proroga darà la possibilità di reperire nuovi letti in caserme, hotel ed altre strutture anche diverse dagli ospedali, nel caso di una seconda ondata di Covid-19.