Un modello matematico per difendere il livello del mare

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura

L’ENEA ha sviluppato MED16, un modello matematico avanzato in grado di riprodurre accuratamente le fluttuazioni del livello del mare, anche con le maree.

Una delle ragioni di questi cambiamenti è il cambiamento climatico, che minaccia seriamente la sopravvivenza delle comunità costiere. MED16 è un modello matematico avanzato con il quale i ricercatori ENEA, studiano i cambiamenti climatici e la salute del mare. 

Una ricerca che colma una lacuna scientifica. Come spiega Gianmaria Sannino, responsabile del Climate Modeling and Effects Laboratory dell’ENEA e autore dello studio Modeling Present and Future Climate in the Mediterranean: A Focus on Sea Level Change afferma che nell’ultimo rapporto IPCC per il 2021, le proiezioni per un l’aumento del livello del mare sulla Terra non sono sufficientemente accurati per bacini marginali, come il Mar Mediterraneo, che richiede lo sviluppo di modelli specifici.

MED 16 è in grado di ricostruire l’evoluzione della temperatura e del livello del mare in tre dimensioni e aiuta a vedere come sarà il Mediterraneo alla fine di questo secolo. Si tratta quindi di uno strumento prezioso per studiare gli impatti dei cambiamenti climatici e individuare un possibile scenario futuro per le nostre coste. Inoltre, MED16 è il primo modello climatico numerico che tiene conto delle maree, un elemento importante dell’innalzamento del livello del mare.

Il nuovo studio, reso possibile da MED16, fornisce agli scienziati “un solido database per monitorare l’innalzamento del livello del mare, che dal 1980 si sta riscaldando più velocemente dell’oceano globale e dove, di conseguenza, gli effetti del cambiamento climatico si intensificheranno, con grave rischio per le comunità costiere”.

Infatti, i cambiamenti del livello del Mar Mediterraneo sono una diretta conseguenza del cambiamento climatico. Ci sono altri fattori dietro i cambiamenti in atto nel Mediterraneo che in realtà variano da luogo a luogo. Alcune delle cause si trovano nei movimenti tettonici locali, nella complessa dinamica delle masse d’acqua, anche su piccola scala, e negli scambi con l’Oceano Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra.

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