UniCredit, Deutsche Bank e Commerzbank si trovano a dover affrontare una nuova crisi legata ai loro asset in Russia.
Il tribunale di San Pietroburgo ha infatti ordinato il sequestro di beni appartenenti ai tre istituti per un valore complessivo superiore ai 700 milioni di euro, un provvedmento risultato da una causa legale intentata contro le banche da RusChemAlliance, controllata del colosso russo del gas Gazprom e la causa, avviata nell’agosto 2023, riguarda il rilascio di garanzie concesse dai tre istituti a fronte di un contratto con il gruppo di ingegneria tedesco Linde, sospeso a causa delle sanzioni europee contro la Russia.
Impatto sui titoli quotati
La notizia del sequestro ha avuto ripercussioni sui mercati azionari e a Piazza Affari, il titolo UniCredit ha registrato un calo di circa mezzo punto percentuale in una sessione caratterizzata da una gnerale debolezza dell’indice FTSE MIB, che ha perso oltre l’1%, mentre a Francoforte, Deutsche Bank ha segnato un ribasso dello 0,36%, con Commerzbank che ha mostrato un lieve progresso.
La decisione del tribunale di San Pietroburgo ha aggravato le difficoltà delle tre banche, già sotto pressione per le sanzioni e le raccomandazioni della Banca Centrale Europea di ridurre i loro legami con la Russia.
Cosa c’è da aspettarsi?
La situazione di UniCredit in Russia è diventata sempre più complicata. La banca guidata dal CEO Andrea Orcel è sotto l’occhio vigile della BCE, che ha minacciato sanzioni se non verranno interrotti i legami commerciali con la Russia e ha già ridotto la sua esposizione nel paese, ma resta ancora significativamente coinvlta. La BCE potrebbe inviare un ordine formale alla banca italiana, esortandola a presentare un piano di ritiro entro inizio giugno.
Secondo Equita SIM, il sequestro degli asset, sebbene contenuto in termini relativi (<1% della capitalizzazione di mercato di UniCredit e circa il 5% degli attivi in Russia), aumenta il rischio associato all’esposizione della banca nel paese, ma UniCredit ha dichiarato che l’impatto del sequestro riguarda solo specifici asset e non l’intera banca. La SIM milanese ha inoltre ricordato che la BCE ha nuovamente sollecitato le banche europee a ritirarsi dalla Russia e per UniCredit, la Russia ha contribuito con un utile netto stimato di 400 milioni di euro nel 2024, ma si prevede che questa cifra si riduca a zero dopo il 2026.