In arrivo entro fine anno 100 milioni di dosi di vaccino. L’annuncio che arriva da AstraZeneca e dall’Università di Oxford è di quelli che davvero accendo la speranza nel contrasto al Coronavirus.
L’accordo
I due istituti hanno annunciato un accordo per lo sviluppo e la distribuzione globale del potenziale vaccino allo studio presso l’ateneo britannico volto a prevenire l’infezione da Covid-19. Ma non solo: la partnership prevede che sia adottato un modello no-profit per la durata della pandemia.
Questa collaborazione riunisce le competenze di livello mondiale dell’Università di Oxford in vaccinologia e le capacità globali di sviluppo, produzione e distribuzione di AstraZeneca. La speranza è che, unendo le forze, si possa accelerare la disponibilità di un vaccino in modo da avere i primi 100 milioni di dosi entro la fine dell’anno, dando priorità alle categorie a rischio, fanno sapere.
Il ruolo del Gruppo Irbm di Pomezia
Allo studio del siero, che per ora è identificato solo dalla sigla ChAdOx1 nCoV-19, ha partecipato anche il Gruppo Irbm di Pomezia, che contestualmente attraverso la sua divisione vaccini, Advent, prosegue le attività per la messa a punto e la produzione delle dosi necessarie alle prossime fasi di sperimentazione clinica.
Irbm e gli altri partner hanno deciso di continuare a mettere la propria expertise specifica e la propria capacità produttiva a disposizione del programma al fine di supportare le successive fasi di sviluppo, validazione e produzione del vaccino.
L’aiuto da Bill Gates
Se i risultati dei test dovessero, come pare, confermare quelli ottenuti nei laboratori di Pomezia, allora sarà possibile iniziare la produzione di massa del vaccino contro il Coronavirus.
Proprio qualche giorno fa Bill Gates ha annunciato che, tramite la sua fondazione, metterà a disposizione tutto il supporto di cui ci dovesse essere bisogno, sia economico sia logistico, per finanziarlo. Bill Gates ha dichiarato che la sua volontà è che vengano realizzate miliardi di dosi del vaccino nel minor tempo possibile, senza che nessuno ci speculi sopra: il vaccino deve essere un “bene comune”.
Articolo originale di Quifinanza.it.