Cartelle esattoriali, si pensa ad un piano di stralcio oltre i 390 miliardi di euro

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Fisco e cartelle esattoriali

La riforma fiscale è stata richiesta in Italia da qualche tempo e da molti settori e una parte importante della “riprogettazione” di un sistema fiscale di quasi 50 anni, secondo quanto emerso nelle ultime ore, potrebbe essere rappresentata dal eliminazione delle cartelle di riscossione delle imposte che non sono più riscosse dallo stato.

Il punto della situazione

L’obiettivo sarebbe cancellare i vecchi debiti con le autorità fiscali, un’iniziativa già attuata in passato con la cancellazione di debiti di meno di mille euro. Laura Castelli, Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, si è espressa al riguardo in una recente pubblicazione pubblicata su Facebook. “È giunto il momento di una grave riforma fiscale, che comporterà ulteriori riduzioni fiscali”, ha affermato. E ha continuato: “Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha ragione quando afferma che è necessario riordinare tutte le norme fiscali esistenti, semplificandole il più possibile”. Quindi, la promessa: “Continueremo anche il lavoro di” pulizia “del bilancio statale, che ho iniziato nel 2018 con l’estratto delle cartelle, al di sotto di 1.000 euro, che non sarebbero mai state raccolte”.

Il funzionamento possibile

Come riportato in queste ore da alcuni quotidiani nazionali, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, ha parlato di un piano finora ipotizzato per un importo di 400 miliardi di euro. Secondo il reddito, infatti, non sono ancora state riscosse tasse per un totale di 954 miliardi di euro, di cui il 40%, in realtà 400 miliardi, non dovrebbero più essere riscosse dallo Stato e, pertanto, non possono essere carica.

Nel dettaglio, 153 miliardi sono debiti di parti in bancarotta, 119 miliardi relativi a persone decedute, 109 miliardi sono prestiti a nullatenenti, mentre per quasi 69 miliardi l’attività di riscossione è sospesa a causa delle misure di autoprotezione emesse dai creditori, in vigore. sentenze dell’autorità giudiziaria. E poiché, come ha spiegato Ruffini, anche mantenere “vivi” questi crediti inesigibili ha un costo, è meglio procedere con una “pulizia” del bilancio attraverso la sua cancellazione.

Naturalmente, per farlo sono necessarie le copertine. Una delle ipotesi prese in considerazione dal governo sarebbe quella di procedere con una sorta di amnistia del debito inesigibile. Tuttavia, questa soluzione potrebbe essere considerata controversa dalla politica, specialmente da quelle forze che sono sempre state definite avverse alle “amnistie”. Per trasformare l’ipotesi di eliminazione delle cartelle in realtà, in breve, sarà necessario superare varie resistenze e trovare una formula politicamente accettabile.

 

Condividi questo articolo
Exit mobile version