Il decreto anti delocalizzazioni è in bozza. Il Governo si sta preparando.

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
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Il decreto in bozza non riguarda le piccole imprese, mentre coinvolge quelle di medie dimensioni. Si parla di aziende sopra un determinato numero di dipendenti (potrebbero essere 250, 150, 50, si fanno diverse ipotesi). E in particolare si applica ai casi in cui la cessazione dell’attività non sia determinata da una crisi o dal rischio fallimento (ma dalla scelta di delocalizzare).

Il Governo si sta avviando verso il decreto anti delocalizzazioni: preavviso di sei mesi, piano di gestione esuberi e riconversione, sanzioni e black list per aziende inadempienti. Le norme nella bozza del decreto anti delocalizzazioni che il Governo sta preparando  durante questa estate concerne: obblighi di comunicazione istituzionale, piano per la salvaguardia occupazionale, adeguata informativa ai lavoratori, analisi di progetti di riconversione.

Come ha spiegato la viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde:”chi non è in crisi e vuole tagliare può farlo, ma dovrà seguire un percorso ordinato, che coinvolga le parti sociali e favorisca l’arrivo di nuovi imprenditori.”

La norma riguarda le imprese medio-grandi che chiudono siti produttivi in Italia. E ha l’obiettivo di regolamentare in modo stringente le chiusure, mitigando l’impatto occupazionale e utilizzando tutti gli strumenti attivabili per la riconversione dopo aver utilizzato incentivi e agevolazioni per lavorare in Italia.

Cosa dovrà contenere il decreto in bozza? Il piano deve contenere una serie di elementi, fra cui azioni programmate per la salvaguardia dei livelli occupazionali e gli interventi per la gestione dei possibili esuberi (ricollocazione presso altra impresa, politiche attiva del lavoro, dall’orientamento all’assistenza alla ricollocazione, alla formazione e riqualificazione professionale), eventuali progetti di riconversione del sito produttivo. Il piano viene discusso e analizzato da una struttura per la crisi d’impresa, alla presenza di Regioni, ANPAL e Sindacati, che risponde entro 30 giorni. Nel caso in cui il piano non venga inviato, o comunque non vengano rispettate le regole previste, scattano sanzioni e l’inserimento in una black list che impedisce l’accesso a incentivi e agevolazioni per le imprese per cinque anni.

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