La paura del lockdown fa male alla psiche

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

La paura  di un nuovo lockdown con l’emergere di altri varianti  Covid e l’incertezza relativa a possibili ulteriori chiusure sta mettendo alla prova la psiche degli italiani.

Occorrono piani di vita alternativi, tenere  il più possibile la mente impegnata ed allontanarsi  della overdose di notizie negative che ogni giorno arrivano sui nostri device e tv. Lo dicono gli psicologi che esortano a riscoprire il confronto e la condivisione di momenti ludici e leggeri con famiglia e amici.

Preoccupano infatti gli aspetti di salute di questa pandemia ma anche quelli psicologici . Le alterazioni dell’olfatto sono uno dei sintomi più comuni. Tra il 20% ed il 25% dei pazienti lamenta, infatti, questi disturbi anche dopo un anno dall’infezione da Sars-CoV-2.A. Ma il long covid lascia poco scampo e gli italiani non vogliono fare la fine della Cina ( tornata a chiudere: oltre 40 milioni in lockdwownhez) è nuovamente in lockdown oppure della  Corea del Sud è record di nuovi casi, oltre 621mila contagi. Cina è tornata a chiudere: oltre 40 milioni in lockdwown. Le ansie e lo stress però hanno generato sulla psiche anche effetti positivi:

Ci ha aiutati a ridefinire priorità. Il vero problema è l’infodemia. Il Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa presso l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, ha illustrato al Festival della Scienza Medica di Bologna i risultati delle ricerche sullo stress psicologico causato dalla pandemia Giovanni de Girolamo infatti afferma:  “Sono state molte le ricerche condotte in questi mesi, anche in Italia – ha detto de Girolamo – ma la loro stessa modalità di somministrazione on line e l’assenza di serie strategie di campionamento o protocolli di studio ne ha falsato gli esiti, mostrando percentuali altissime di persone, circa il 40%, che denunciavano malessere emotivo o veri e propri disturbi mentali. Si è infatti appurato che a rispondere sono state prevalentemente persone con situazioni di malessere già forte, più predisposte a partecipare alla ricerca, in condizioni di forte stress, come gli infermieri e le infermiere, o di disagio economico che li rendeva più esposti psicologicamente. Un campione dunque non generalizzabile: al di là del fatto che non possiamo pensare di fare diagnosi di disturbi mentali online, non ci è dato sapere se il malessere denunciato non fosse condizione preesistente”

 

 

 

 

 

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