L’infodemia: abbondanza di informazioni che rende complicato identificare fonti affidabili

Di Gianluca Perrotti 3 minuti di lettura
Wall Street

Secondo l’OMS, uno dei problema che ha fatto emergere il coronavirus si chiama infodemia, una parola che si riferisce a “un’abbondanza di informazioni, alcune accurate e talvolta no, che rende difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”

Contrariamente alle notizie false, le notizie non precise, approssimative e non complete possono fare ancora più male perché non facilmente riconoscibili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha ben compreso durante questa pandemia in cui il ruolo del Comitato Tecnico Scientifico è stato fondamentale. Il mondo e i comunicatori hanno fatto però un grande errore, ovvero hanno interpretato la scienza come un dogma senza però comprendere che la scienza si basa sull’interpretazione dei dati e quindi è in continua evoluzione. La scienza non ha fato informazioni sbagliate o guidate dai poteri delle case farmaceutiche e dai governi, la scienza e le sue dichiarazioni sul covid si sono evolute insieme alle verifica e alla studio di dati in continuo divenire.

Allo sviluppo dei dati scientifici si sono unite anche la presentazione di informazioni, non necessariamente errate, ma che, per la loro abbondanza e inesattezza, hanno rimandato a significati distorti e a un quadro informativo e linguistico complesso, e non non, diciamo, un critico.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è impegnata a monitorare le notizie false sul virus, e anche per l’infodemia si sono trovate  cure e vaccini, metodi e atteggiamenti per aiutare  il cittadino a essere parte attiva nella lotta al Covid-19, e non un soggetto passivo o, peggio ancora, un ostacolo. Giocando con le parole, potremmo dire che i dati non vanno “dati”, ma spiegati, contestualizzati, integrati nelle previsioni di tendenza. Occorrono informazioni dettagliate, sobrie, scritte da voci istituzionali competenti e credibili, evitando banalità e dettagli tecnici.

La stampa deve privilegiare fonti di certa affidabilità e autorevolezza, evitando a tutti i costi opposizioni; I cittadini non devono cadere nell’errore comune che chiunque sia o possa diventare un esperto leggendo una pagina web; la comunità scientifica non deve soccombere alla polarizzazione, ma deve seguire il metodo scientifico basato sulla cautela, sul dubbio e sulla critica.

 

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