L’infodemia: abbondanza di informazioni che rende complicato identificare fonti affidabili

Di Gianluca Perrotti
Wall Street

Secondo l’OMS, uno dei problema che ha fatto emergere il coronavirus si chiama infodemia, una parola che si riferisce a “un’abbondanza di informazioni, alcune accurate e talvolta no, che rende difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”

Contrariamente alle notizie false, le notizie non precise, approssimative e non complete possono fare ancora più male perché non facilmente riconoscibili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha ben compreso durante questa pandemia in cui il ruolo del Comitato Tecnico Scientifico è stato fondamentale. Il mondo e i comunicatori hanno fatto però un grande errore, ovvero hanno interpretato la scienza come un dogma senza però comprendere che la scienza si basa sull’interpretazione dei dati e quindi è in continua evoluzione. La scienza non ha fato informazioni sbagliate o guidate dai poteri delle case farmaceutiche e dai governi, la scienza e le sue dichiarazioni sul covid si sono evolute insieme alle verifica e alla studio di dati in continuo divenire.

Allo sviluppo dei dati scientifici si sono unite anche la presentazione di informazioni, non necessariamente errate, ma che, per la loro abbondanza e inesattezza, hanno rimandato a significati distorti e a un quadro informativo e linguistico complesso, e non non, diciamo, un critico.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è impegnata a monitorare le notizie false sul virus, e anche per l’infodemia si sono trovate  cure e vaccini, metodi e atteggiamenti per aiutare  il cittadino a essere parte attiva nella lotta al Covid-19, e non un soggetto passivo o, peggio ancora, un ostacolo. Giocando con le parole, potremmo dire che i dati non vanno “dati”, ma spiegati, contestualizzati, integrati nelle previsioni di tendenza. Occorrono informazioni dettagliate, sobrie, scritte da voci istituzionali competenti e credibili, evitando banalità e dettagli tecnici.

La stampa deve privilegiare fonti di certa affidabilità e autorevolezza, evitando a tutti i costi opposizioni; I cittadini non devono cadere nell’errore comune che chiunque sia o possa diventare un esperto leggendo una pagina web; la comunità scientifica non deve soccombere alla polarizzazione, ma deve seguire il metodo scientifico basato sulla cautela, sul dubbio e sulla critica.

 

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