Luglio è il mese della DISABILITY PRIDE MONTH per sensibilizzare le persone sul tema della disabilità

Di Barbara Molisano 5 minuti di lettura

Luglio è il mese dell’orgoglio della disabilità. Ma cosa esattamente?  Come suggerisce la parola, il Disability Pride Month è un evento di sensibilizzazione sulla disabilità. Sulla scia del Pride Month, che celebra l’orgoglio di far parte della comunità LGBTQIA+, questo evento riguarda anche l’orgoglio di avere una disabilità. In Italia la parata si terrà a Settembre.

Perché la presenza di una disabilità è uno stato -né positivo né negativo- che diventa negativo quando la società non è disposta ad accoglierla con barriere architettoniche e mentali, quando i diritti di tutti non vengono rispettati, quando la disabilità è vista e pensata solo con simpatia e simpatia. tristezza.

La prima Disabled Pride Parade si è tenuta a Boston nel 1990, quando il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha firmato l’Americans with Disabilities Act (meglio noto come ADA), che è la principale legge americana sulla disabilità fino ad oggi. Il testo del regolamento è stato firmato dal presidente Bush il 26 luglio 1990. La data, purtroppo, coincide anche con un giorno molto triste, la strage di Sagamihara: il 26 luglio 2016, appunto, in un centro di accoglienza per persone con disabilità in Giappone, 19 persone sono state uccise e 26 sono rimaste ferite.

La legge è stata emanata per combattere la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, a cominciare dall’obbligo per tutti i datori di lavoro di accettare strumenti di accessibilità e requisiti per gli spazi pubblici, ed è stata introdotta anche in Italia, originariamente con il nome di “Handy Pride”. – Carmelo Comisi, allora presidente del Movimento Vita Indipendente Sicilia.L’evento ha avuto la particolarità di presentare alcuni articoli della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità tra un intervento e l’altro con diversi esperti ospiti del mondo della disabilità. L’evento successivo si è tenuto a Palermo nel 2016, quando l’evento si chiamava “Orgoglio dei disabili” e realizzava il gemellaggio prima con New York, e poi a Napoli nel 2017.

Pochi giorni fa, esattamente il 3 luglio, si è svolto a Milano un orgoglio: i colori, la musica, i sorrisi, oltre alla forza e alla voglia di far sentire la propria voce nonostante ogni forma di artigianato, discriminazione e pietismo. Ci sono tanti slogan su bandiere, t-shirt, poster, e uno che mi ha particolarmente colpito: “Quello che vedi è proprio quel tratto che mi caratterizza!” Nel 2015 il Disability Pride è stato portato anche in Italia, originariamente con il nome di Handy Pride, da Carmelo Comisi, allora presidente del Movimento per la Vita Indipendente in Sicilia. Quest’anno il Disability Pride Italy torna a Roma tra due giorni, il 24 e 25 settembre 2022.

Ecco il programma: Il 24 settembre, lo Schuster Park ospiterà sport inclusivi a partire dalle 16:00. con una varietà di discipline, tra cui spicca la spettacolare gara in carrozzina della Tetrabondi Foundation. A partire dalle 18, invece, ci sarà un talk show su Radio 32, un dibattito con istituzioni e personalità di spicco sulla città universale. A partire dalle 19:30 Protagonista sarà la musica di Suturami dj, che a partire dalle 20:30. sarà organizzato lo spettacolo Disability Pride: danza, musica, commedia e altro animeranno uno spettacolo inclusivo a disposizione di tutti, facilitando la riflessione sull’importanza dell’inclusività. Il 25 settembre alle ore 16:00 avrà inizio all’Altare della Patria il Pride Parade per Disabili.
Le associazioni senza scopo di lucro interessate a presentare le proprie attività 24 ore su 24, 9 giorni su 9 al Parco Schuster, nell’area riservata al Disabled Pride Village, possono richiederlo tramite l’e-mail disabledpridenetwork@gmail.com entro il 9 settembre. Con il supporto di CSV Lazio, gazebo e l’illuminazione sarà disponibile. Un evento che è anche un richiamo a tutte le città d’Italia: è importante che ci sia più orgoglio locale, sia perché spesso è difficile per le persone con disabilità muoversi, sia perché la consapevolezza fa parte del territorio.

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