(BorsaeFinanza.it)
Non è il patriottismo ma la convenienza economica la bussola della strategia di Stellantis. La scorsa settimana il Ceo del gruppo automobilistico nato dalla fusione tra Fiat e Psa, Carlos Tavares, ha incontrato a Roma il ministro dell’Impresa e del Made in Italy, Adolfo Urso, per parlare del futuro dell’auto e delle politiche di Stellantis in Italia. In pratica ha ribadito quanto già risposto al ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, che sollecitava Stellantis ad “essere patriottica”, cioè a produrre più auto in Francia. Tavares è stato tranchant: “Stellantis produce dove è più competitiva”. Una risposta che mette a tacere anche i rigurgiti nazionalistici di forze politiche e sociali italiane che lamentano un calante interesse di Stellantis per il nostro Paese e che vorrebbero spingere la Cdp a entrare nel capitale del colosso automobilistico per garantire una maggior presenza in Italia. Però nell’economia di mercato, come ha giustamente ricordato Tavares, le cose non funzionano così. Sono la produttività e la redditività che orientano gli investimenti e non il patriottismo.
Da Urso, comunque, il Ceo di Stellantis non si è presentato a mani vuote perché alla fabbrica di Melfi è stata assegnata la piattaforma per la produzione di auto elettriche e ha ricordato che nei primi sei mesi dell’anno è stato prodotto negli stabilimenti italiani il 15,3% in più di auto e furgoni rispetto allo stesso periodo del 2022.
Azioni Stellantis: quotazioni in fase di ritracciamento dopo sprint di fine luglio
A Piazza Affari le azioni Stellantis sembrano essere impostate al ribasso nel breve termine, anche grazie alla performance negativa registrata nella seduta di ieri (-1,60%). Dopo un’apertura in gap down (subito ricoperto nell’intraday), infatti, le quotazioni si sono mantenute per tutta la giornata all’interno di uno stretto trading range compreso tra i livelli 17,786 e 18,168, andando a chiudere sul finale a quota 18,0002, in linea con il prezzo di apertura.
Tale movimento ha permesso all’azione di creare un pattern grafico di analisi candlestick denominato “Doji”, indicante una generalizzata indecisione da parte degli operatori. Situazione che è coerente con l’andamento ribassista del titolo in questa settimana dopo il rally avvenuto nella parte finale di luglio. Probabilmente questo ritracciamento dovuto a fisiologiche prese di beneficio è giunto inaspettato agli investitori, che invece già si immaginavano il raggiungimento del livello 19 prima e successivamente di battere il massimo storico a quota 19,350. Il trend c’era e sembrava anche deciso e duraturo, peccato per questa battuta d’arresto delle ultime tre giornate che lascia perplessi i trader. Come avviene sempre in questi casi, infatti, la domanda a cui rispondere nasce dalla capacità di capire se si tratta solo di uno storno temporaneo oppure di una vera e propria inversione di tendenza. Considerando che Stellantis sta correndo molto fin dai primi di giugno, l’ipotesi più accreditata è quella di una negatività che potrebbe estendersi ancora un po’, almeno fino al supporto più vicino in area 17 euro.
Dal punto di vista operat
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