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Le banche italiane sono ben intonate oggi alla Borsa di Milano all’apertura delle contrattazioni della settimana. A dare linfa alle quotazioni azionarie del settore è un emendamento del governo che recepisce alcune modifiche sulla tassa sugli extraprofitti bancari inserita il mese scorso nel decreto Asset e che ha suscitato numerose polemiche.
Banche italiane: ecco cosa cambia con il nuovo emendamento
Le novità contenute nell’emendamento sono almeno tre. Innanzitutto, gli istituti di credito hanno la possibilità di pagare subito la tassa o evitarla accantonando l’importo a riserva di capitale aggiuntiva. In sostanza, le banche possono aggirare l’ostacolo qualora rafforzino il coefficiente di capitale primario di classe 1 di 2,5 volte rispetto all’importo che dovrebbero pagare allo Stato. Qualora un istituto finanziari dovesse utilizzare tali riserve indisponibili per distribuire i dividendi dovrà versare l’intera imposta più gli interessi maturati.
In secondo luogo, l’emendamento stabilisce l’applicazione dell’imposta sullo 0,26% delle attività ponderate per il rischio delle banche su base individuale e non più sullo 0,1% delle attività totali come nel provvedimento di agosto. Si tratterebbe di una percentuale più alta ma su una voce molto più bassa.
Infine, il prelievo si riferisce al 40% degli utili extra delle banche italiane intesi come differenza tra il reddito netto da interessi 2023 e quello 2021 superiore al 10%. Nel disegno di legge originario il 40% era misurato sulla differenza tra il reddito netto da interessi 2022 e quello 2021 in eccesso di un guadagno del 5%, o sulla differenza tra il reddito netto 2023 e quello 2021 sopra il 10% di profitto. Queste modifiche passeranno al vaglio del Parlamento questa settimana per l’approvazione e la trasformazione in legge.
Le manovre del governo
Il governo Meloni sta cercando con le modifiche al provvedimento originario di sedare le polemiche che da più parti sono sopraggiunte e dopo che le azioni in Borsa delle banche sono state messe sotto pressione. La Banca centrale europea nelle scorse settimane ha bocciato la tassa sugli extraprofitti, in quanto aumenterebbe l’incertezza e farebbe crollare la fiducia. “L’imposta straordinaria può rendere più costoso per le banche attrarre nuovo capitale azionario e finanziamento all’ingrosso, in quanto gli investitori nazionali ed esteri potrebbero avere meno interesse a investire in enti creditizi italiani che hanno prospettive più incerte”, aveva scritto l’Eurotower in un comunicato.
Anche all’interno della maggioranza che sostiene il governo di centro-destra sono emerse delle spaccature, con Forza Italia che ha mostrato disappunto per il pugno duro utilizzato nei confronti delle banche. Il partito di minoranza della coalizione si è da sempre schierato contro ogni forma di imposizione fiscale nei confronti del mondo imprenditoriale-finanziario che regge la crescita del paese. I cambiamenti ora attuati, proprio su impulso di Forza Italia, trovano un maggiore consenso. “Il prelievo modificato proteggerà i risparmi e la stabilità del mercato e creerà più credito per famiglie e imprese”, ha twittato il vice premier Antonio Tajani su X.
Secondo Nicola Calabrò, amministratore delegato di Cassa di Risparmio di Bolzano-Sparkasse “è positivo che
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