(BorsaeFinanza.it) Il fallimento di SVB, seguita da Signature nello stesso destino, ha scoperchiato il vaso di pandora degli effetti dei rialzi dei tassi di interesse sui portafogli di asset detenuti dalle banche USA. Le istituzioni finanziarie impegnano i depositi dei loro clienti nelle tipiche attività di erogazione di mutui, acquisto di titoli governativi, prestiti. Attività a basso rischio ma che il poderoso rialzo dei tassi di interesse operato dalle Banche centrali per contrastare l’inflazione ha trasformato in perdite potenziali.
SVB ha chiuso i battenti dopo aver ceduto un portafoglio obbligazionario da 21 miliardi di dollari, incassando una perdita di 1,8 miliardi di dollari (-8,6%). su titoli di Stato USA a lunga scadenza. Una perdita che da potenziale è diventata reale nel momento in cui la banca è stata costretta a cedere gli asset per far fronte alle richieste di liquidazione da parte dei suoi clienti. Potrebbe accadere anche ad altre banche? La risposta è sì, visto che tutte hanno perdite potenziali sui portafogli di titoli obbligazionari il cui valore è caduto con il rialzo dei tassi di interesse. Tuttavia, fino a quando non saranno costrette a vendere questi asset, le perdite rimarranno solo teoriche e, trattandosi di attività a
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