(Money.it) Il governo sorprende tutti: il taglio del cuneo fiscale sarà maggiore rispetto alle indiscrezioni circolate in questi giorni in quanto toccherà il picco del 7%. Di fatto, resterà una piccola aliquota contributiva a carico del dipendente: per la maggior parte continuerà a farsene carico il datore di lavoro, mentre l’Inps contribuirà a riconoscere la percentuale sottratta al dipendente così da scongiurare conseguenze sulla pensione futura.
Tutto verrà messo nero su bianco con il Decreto lavoro che verrà approvato nella giornata di oggi, quando – e non è una casualità – si celebra la Festa dei lavoratori. È proprio a questi, infatti, che guarda il provvedimento, attuando un consistente aumento di stipendio per coloro che guadagnano meno di 35.000 euro l’anno.
D’altronde Giorgia Meloni lo ha confermato nell’incontro avuto con i sindacati alla viglia del Consiglio dei ministri che darà il via libera al testo del Decreto lavoro: la priorità è “alleggerire la pressione fiscale” sugli stipendi, ed è per questo che larga parte delle risorse destinate al provvedimento verrà utilizzata per ridurre la quota contributiva a carico del lavoratore.
Di quanto viene tagliata la contribuzione lato dipendente
Oggi, per merito di quanto fatto con la legge di Bilancio 2023, la quota contributiva lato dipendente è ridotta dal:
- 9,19% al 6,19% per le buste paga d’importo inferiore a 1.923 euro (25 mila euro se ca
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