(Money.it) Ai proprietari di un cane sarà spesso capitato che venisse negato l’accesso al loro amico a quattro zampe in un ristorante, mentre magari un altro ristoratore gli aveva perfino offerto una ciotola. Guardando la situazione da questo punto di vista sembra quasi esserci confusione a riguardo e viene spontaneo chiedersi quale sia la posizione della legge a riguardo: insomma, i cani possono entrare al ristorante oppure no? Una risposta affermativa potrebbe consentire al proprietario di opporsi al divieto, mentre una negazione porrebbe sia il proprietario che il ristoratore accondiscendente. Come vedremo, la risposta è nel mezzo, ma per arrivarci serve approfondire un quadro normativo apparentemente disomogeneo.
I cani possono entrare nei luoghi pubblici, quindi anche al ristorante?
La prima contestazione che viene in mente ai proprietari dei cani quando un ristoratore vieta loro l’entrata è spesso dovuta a un presupposto errato. Di frequente, infatti, ci si riferisce ai servizi di ristorazione, che siano veri e propri ristoranti, bar o fast-food, come luoghi pubblici, sebbene per la legge non sia esattamente così.
È infatti incontrovertibile che nessuno al di fuori degli Enti autorizzati possa regolamentare l’accesso dei cani o di altri animali nei luoghi pubblici. Di norma, peraltro, la presenza dei cani nei luoghi pubblici è piuttosto subordinata al rispetto di alcune condizioni (ad esempio l’obbligo di guinzaglio) e mai negata. Questo, però, non vale per il ristorante, il quale non è un luogo pubblico bensì un luogo aperto al pubblico.
Questo significa sostanzialmente che l’accesso è consentito al pubblico, ma le facoltà del proprietario (che per l’appunto non è un ente pubblico) rimangono in quanto tali. La differenza fra luoghi pubblici e luoghi aperti al pubblico non è direttamente specificata dalla legge, i principi che la riguardano po
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