In Italia 1700 miliardi fermi sui conti per scarsa informazione finanziaria

Di Redazione Fn24
economia

In Italia ci sono 1,7 trilioni di euro nei conti per mancanza di conoscenze finanziarie. Gli italiani non riescono infatti a passare dal risparmio all’investimento.

I dati ISTAT e il risparmio degli italiani

Dagli ultimi dati Istat si comprende che,  nonostante la guerra e le aspettative di un peggioramento dell’economia, nel secondo trimestre di quest’anno, la propensione al risparmio delle famiglie italiane è scesa di quasi due punti percentuali rispetto al 2021 e cinque rispetto al 2020, ma è stabile ed non è sceso al di sotto del periodo pre-pandemia.

Quello che gli italiani non fanno?

Sicuramente è investire i propri risparmi ed usano un approccio precauzionale. Gli italiani usano parte del reddito percepito e cercano di risparmiare il giusto per sopravvivere più facilmente al periodo di incertezza o per mantenere uno stile di vita inalterato nonostante l’aumento dell’inflazione. Ciò che preoccupa è che gli atteggiamenti degli italiani nei confronti del risparmio sono molto simili a quelli in voga negli anni Settanta.

Un errore che potrebbe bloccare la nostra economia

Spesso guardiamo al valore nominale del denaro anziché al valore reale, che in tempi come quello che stiamo attraversando viene distrutto da un aumento dei prezzi. Il risultato è l’illusione del denaro, il che significa che pensi di avere più soldi in tasca di quanti ne hai realmente.

Quello che manca è il passaggio dal risparmio all’investimento. Le ragioni di questo fenomeno, che in Italia è rappresentato da 17oo miliardi di conti correnti, sono molte, e sono dovute principalmente alla mancanza di cultura finanziaria, che paradossalmente il salto nell’era fintech rischia di esacerbare.

Uno studio per approfondire il rapporto tra competenze digitali, conoscenze finanziarie e decisioni di investimento

È la conoscenza finanziaria che aiuta le persone a passare dai risparmi alle decisioni di investimento. Le competenze digitali sono più un freno che una leva.
Investire, infatti, richiede un alto livello di consapevolezza sul denaro, che è strettamente legato alla fiducia in se stessi in quanto si sa sul funzionamento dell’economia e del sistema finanziario. Invece, le competenze digitali influenzano fortemente i comportamenti di risparmio, ad esempio, l’utilizzo di app per risparmiare anche piccoli importi ogni giorno sta diventando sempre più comune, ma non sono rilevanti per le decisioni di investimento”.

In breve, anche per i nativi digitali come Millennial e Gen Zeta, la capacità di gestire il denaro è legata al livello di educazione e conoscenza degli investimenti, e fa poca o nessuna differenza se quelle stesse persone possono usare o meno uno smartphone per questi scopi.

Poco importa in un momento in cui il mondo degli intermediari bancari e finanziari sta investendo enormi risorse nella trasformazione del fintech.

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