Phigaia: quando hai la terra dentro e un nome denso di significati

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
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Quando si legge il nome di un vino e non si è grandi esperti a volte può non dirci nulla, altre volte si guarda direttamente la cantina perché il nome è di fantasia altre volte, come in questo caso, il bel nome scelto racchiude un segreto ma anche le proprietà del vino

Il naming che segue un filo logico

Se le parole contano, lo fanno ancora di più i nomi: se infatti per esempio Sassicaia richiama alla zona piena di sassi capace di evocare  la terra di nascita  delle uve con cui si fa quel vino, per la stessa logica Perticaia si potrebbe riferire alle  pertiche e seguendo la stessa logica ci si chiede perché Phigaia?

Ci sono varie teorie e la spiegazione non delude nessuno: ne matematici e neanche letterati

Non pensiamo a male …viene dal greco

Studiando il temine la  forma semantica “ph” si riferisce al greco antico (è letta “fi”) e ha la stessa radice di  filosofia (in greco antico φιλοσοφία, philosophía, composto di φιλεῖν (phileîn), “amare”, e σοφία (sophía), “sapienza”, ossia “amore per la sapienza” e “gaia” che invece che significa “Terra”. Questo vino allora per chi ama la letteratura si svela facilmente e invita ad “evocare l’amore per la terra e per l’uva che gli ha dato vita”.

Il naming di questo vino invece per i matematici potrebbe racchiudere quasi un significato “ancestrale” e ripotare alla successione di Fibonacci che matematica è detta anche successione aurea.

Questo vino condurebbe quindi ad un viaggio in cui  è  ciascun numero è la somma dei due precedenti, eccetto i primi due 0 e 1 e quindi “Phigaia” condurebbe alla somma di ciò che viene prima “la terra” e le “azioni dell’uomo per produrlo”.

Dal Veneto per inebriare il palato

Qualsiasi sia il viaggio del nome, resta il fatto che “Phigaia”, nome di un vino prodotto in veneto, provincia di Treviso da una stimata azienda locale, resta un vino di ottima qualità anche secondo i sommelier Fisar e anche molto social ( l’assonanza con “un termine colloquiale molto amato” lo ha reso oggetto di molti doppi sensi e post di Instagram.

Ha un taglio bordolese anche se viene prodotto sui Colli Asolani, colore rosso rubino e a primo naso ricco di essenze di frutti rossi che lasciano spazio ad erbe eleganti e peperone arrostito.

In ultimo questo si sentono sentori di caffè, pepe e bacche di vaniglia.

Una scoperta che vi invitiamo a scoprire targata vigneti di Serafini & Vidotto.

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