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La sicurezza informatica, in inglese cybersecurity, è stato un tema dominante di investimento negli anni precedenti al 2022. Un trend crescente che ha registrato un’accelerazione nel corso della pandemia, in corrispondenza con la necessità di utilizzare connessioni domestiche e programmi di videoconferenza per mantenere aperti i canali di comunicazione delle aziende. Oggi ha ricevuto nuovo impulso dall’adozione tumultuosa dell’intelligenza artificiale generativa. Nemmeno nel 2022 la crescita del settore si è fermata, anche se il pessimo anno dei mercati finanziari ha determinato una discesa delle azioni delle società che vi operano. Come noto sono state le aziende tecnologiche a soffrire di più il vertiginoso rialzo dei tassi di interesse messo in campo dalle Banche centrali per contrastare l’inflazione.
Oggi, tuttavia, le politiche monetarie sono a una svolta favorevole e il rialzo delle azioni delle società di sicurezza informatica è ripreso. L’indice MSCI World ACWI IMI Cybersecurity in dollari, per esempio, da inizio anno segna un rialzo del 46%, dopo aver perso il 30% nel 2022.
L’andamento dell’indice MSCI World ACWI Cybersecurity IMI – Fonte: Bloomberg “La cybersecurity è da tempo un’allocazione tematica molto comune tra gli investitori – ha commentato Rahul Bhushan, cofondatore di Rize ETF e managing director di ARK Invest Europe – ma la sua maturazione offre oggi la possibilità di esporsi allo stesso potenziale di crescita e innovazione già noto, ma con un rischio di ribasso più favorevole, grazie a un orientamento verso le grandi capitalizzazioni, alla transizione verso un panorama di tassi in calo e al catalizzatore costituito dall’IA”.
5 ragioni per investire nel settore della sicurezza informatica
In un recente report Bhushan ha proposto cinque sviluppi del settore della sicurezza informatica che mettono in evidenza delle opportunità di investimento. Questi sviluppi sono:
“Oggi, il mercato è composto dalle aziende sopravvissute al più imponente ciclo di rialzo dei tassi che abbiamo visto negli ultimi 50 anni” è la prima osservazione di Bhushan con riferimento alla presenza di un gran numero di large cap rispetto a soli tre anni fa. L’aumento dei tassi di interesse ha operato una selezione all’interno del settore. “Tre anni fa circa un terzo delle azioni quotate nel settore della cybersecurity era costituito da small-cap. Oggi la percentuale è solo dell’8%, mentre la quota delle large cap è cresciuta dal 30% al 50%” aggiunge il managing director di ARK, il quale fa notare come, nel corso dello scorso anno, si siano registrate oltre 450 operazioni di M&A.
Sicuramente favorevole ai titoli tecnologici, e quindi anche a quelli delle società operanti nel settore della sicurezza informatica, è anche il futuro taglio dei tassi di interesse. Già le previsioni di riduzione dei saggi centrali si sono riverberate positivamente sulle quotazioni di Borsa dei titoli della cybersecurity”. Con il calo dei tassi d’interesse il minor costo del capitale aumenta l’attrattiva di queste aziende ad alta intensità tecnologica, consentendo loro di finanziare in modo più conveniente le iniziative di ricerca, sviluppo ed espansione. Inoltre la natura a lungo termine dei contratti e degli abbonamenti di cybersecurity offre un flusso di entrate stabile, isolando queste aziende dalle fluttuazioni economiche a breve termine” spiega Bhushan.
Il trend di crescita del settore della cybersecurity non si è arrestato nemmeno nel 2022, a testimonianza della sua forza. L’esp
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